di Vittorio Lussana #Giustappunto! twitter@gaiaitaliacom #Politica
Le subculture di destra hanno un problema grosso come una casa: non seguono quasi nulla della politica quotidiana e osservano la realtà in termini ‘messianici’, da pazzi furiosi. Pertanto, la vera divisione ideologica che abbiamo di fronte oggi nel mondo non è quella tra ‘buonisti’ e ‘politicamente scorretti’, oppure tra sovranisti e globalisti. In realtà, lo scontro di civiltà in atto in questa precisa fase storica è quello tra ‘messianici’ – talvolta al limite dell’esoterico – e persone normali, con tutti i limiti di quest’ultime. I ‘messianici’, infatti, hanno una serie di qualità: divertono, fanno ridere, si richiamano alla comicità surrealista di Totò o di Ettore Petrolini; i ‘normali’, invece, sono noiosi, pesanti, morbosamente agganciati alla costanza metodica, alla ripetitività logica e e al calcolo delle probabilità. Che ‘due palle’, ragazzi…
Anche i ‘non messianici’ commettono errori, sia chiaro. E commettere degli errori nel fare sempre le stesse cose, rende la critica dei ‘messianici’ alquanto fondata, benché spesso espressa in maniera ‘scomposta’. Essi, infatti, sparano colpi in tutte le direzioni e, ogni tanto, capita che riescano anche a cogliere il ‘bersaglio’. La loro spesa in munizioni è pari a quella di Cadorna nella prima guerra mondiale: per riuscire a conquistare il Sabotino e qualche altro colle alpino, bisognava produrre una quantità tale di bombe a mano e mortai che sembrava fossimo in guerra contro mezzo mondo e non soltanto con l’Austria-Ungheria. In realtà, eravamo in guerra contro “gli Imperi centrali”, come si diceva allora. Ma tedeschi e prussiani si sono presentati solo una volta sul fronte italiano: a Caporetto. E per noi fu un disastro: una ‘rotta’ all’indietro di 150 chilometri fino al Piave. C’era pure Erwin Rommel, quella volta lì, anche se era ancora un ‘tenentino’ a due stelle. E fece prigioniero un nostro battaglione per intero, accerchiandolo quasi senza sparare un colpo…
I ‘messianici’, insomma, sono paragonabili a quel gruppo di ‘mostri monicelliani’ che, nel tentativo di penetrare nel caveau di una banca col metodo del ‘buco’, finiscono per abbattere la parete sbagliata e debbono accontentarsi di un piatto di pasta e fagioli. Ma anche i ‘non messianici’, lo ribadiamo, presentano una serie di limiti evidenti. A questi ultimi riescono le cose più difficili, talvolta anche quelle impossibili, ma vanno in crisi totale quando voglion risolvere quelle semplici. Questo genere di esponenti politici sono paragonabili a certi funamboli da circo, capaci di camminare su un filo teso tra due lati opposti del tendone, che tuttavia inciampano per strada o cadono drammaticamente nella tromba dell’ascensore, come capitò nel settembre del 1999 al professor Ungari. Non c’è niente da fare: i ‘non messianici’ sono fatti così. Persino quando sono Maestri Massoni.
Ora, cercando di individuare quale sia il popolo che spesso e volentieri si dimostra peggiore persino di noi in questo tipo di autodistruzioni nichiliste, basterà osservare cosa accadrà nei prossimi giorni negli Stati Uniti d’America. Un Paese che, non appena noialtri prendiamo una ‘toppa’ clamorosa, subito s’ingegna nel tentativo di copiarci e fare assai peggio. Per avere una dimostrazione di quanto andiamo scrivendo, si legga bene l’intervista rilasciata, nei giorni scorsi, dal professor Fauci sul Washington Post: un vero e proprio atto d’accusa nei confronti dell’amministrazione Trump. E si leggano bene anche le reazioni che quell’intervista ha suscitato, nonostante lo scienziato in questione abbia ragioni da vendere. Ebbene, quando si hanno tutte le ragioni, qui in Italia si passa per ‘fessi’, dato che il giustificazionismo cattolico sistema sempre ogni cosa e non è così necessario recriminare qualcosa. A meno che non si svolga la professione di avvocato e non ci si ritrovi, un giorno sì e l’altro pure, in un aula di Tribunale.
La cultura di fondo degli americani, invece, è quella puritana. E il puritanesimo è quella teologia talmente moralista da arrivare a chiudere i teatri, poiché considerati luoghi di immoralità esibizionista e anche un po’ edonista. Ci ricorda qualcosa, quest’ultimo riferimento? Noialtri chiudiamo cinema e teatri, nonostante si tratti degli spazi pubblici in cui i protocolli di distanziamento sociale sono stati applicati alla lettera. Ci siamo fino a qui? La domanda è retorica, me ne rendo conto. Tuttavia, ogni tanto bisogna formularla, perché ci sono quelli di là che, nella lettura, si perdono anche solo se vai oltre la proposizione principale. Soprattutto, se dotata di complemento oggetto (il terzino ‘crossa’ al centro: il terzino chi? Ha un nome? Un cognome? Oppure, è figlio di nessuno? E cosa ‘crossa’, di grazia? Il pallone? Uno ‘scarpino’ da calcio? Una borsa dell’acqua calda? Non è dato sapere…).
Scherzi a parte, dato che qui da noi si esagera sempre in qualcosa, gli americani sentiranno il bisogno insopprimibile e impellente di copiarci a ‘tutta birra’, al fine di arrivare anche loro al coprifuoco bellico e al lanciafiamme di Vincenzo De Luca. E per riuscire a far peggio di noi, essi voteranno in massa, questa volta, per Joe Biden. Il quale, per chi non lo sapesse, è cattolico. Tutto questo è a dir poco allucinante, ce ne rendamo conto: sono più lucidi i ragionamenti di Vasco Rossi dopo essersi fumato dieci ‘cannoni’. E non quelli di Cadorna e Badoglio, sia chiaro.
La verità è che il Covid 19 è una persona vera e propria, che si diverte a colpire chiunque lo sottovaluti, anche solamente per scherzo. E’ capitato anche a Flavio Briatore e a Silvio Berlusconi, i quali quest’estate, in Sardegna, sembravano il gatto e la volpe di Collodi. Il Covid ha una faccia, ragazzi, un volto ben preciso. E possiede un cervello in grado di ragionare. Io stesso lo incontro, ogni tanto, mentre fa le parole crociate in metropolitana. Lui utilizza spesso i mezzi pubblici. In particolare, è malato per i treni: il tratto Anagnina-Battistini della linea A di Roma è capace di farselo avanti e indietro per tutta una giornata, fino a quando gli addetti dell’Atac non si decidono a sanificare vagoni e convogli. Solamente in questo caso esce allo scoperto. E non trovando alcuna persona da contagiare, sale sul primo ‘notturno’ che passa, inoltrandosi chissà dove.
C’è solo un modo per esorcizzare il Covid 19 e metterlo in fuga: chiudere l’intera rete di trasporti pubblici, facendo incazzare tutti quanti. Ecco perché il prossimo sindaco di Roma sarà, senza dubbio, un uomo – o una donna – del centrodestra: è chiaro il meccanismo? In Francia, per esempio, Macron ha fallito miseramente su tutti i fronti. Pertanto, alle prossime elezioni presidenziali, Marine Le Pen è destinata a diventare la prima donna presidente della Repubblica francese, in un nuovo esperimento ‘trumpiano’ in versione ‘carampana’. Al contrario, dopo l’esperimento Boris Johnson, l’Inghilterra non solo è destinata a un lungo e duraturo predominio laburista, ma addirittura chiederà di rientrare nell’Unione europea e, persino, di rinunciare alla sterlina per adottare l’euro, smentendo i ‘messianici’ clamorosamente: che casino, ragazzi, la politica di oggi: non si capisce più niente…
Sia come sia, il Covid 19 è fatto così: non si scherza con lui. E il dottor Fauci dovrebbe saperlo. Solo Donald Trump continua a sottovalutarlo, nonostante anche lui sia già andato ‘al tappeto’. Gli americani sono dei calvinisti veri: non faranno lo stesso errore di 4 anni fa e si dedicheranno, anima e corpo, a sconfiggere il coronavirus, senza ricorrere all’idrossiclorochina o a una ‘spada’ di disinfettante da autosomministrarsi per via endovenosa.
Qui passano tutti quanti la vita a cambiare bandiera, da una parte e dall’altra. E al Covid 19 tutto questo non piace affatto. C’e solo un modo per sconfiggerlo e tornare alla normalità: trovare il vaccino entro la fine dell’anno. Ma anche questa è una ‘cazzata’ di Donald Trump. Il vaccino, come al solito, lo abbiamo già sintetizzato noi in un laboratorio farmaceutico di Pomezia. Avete capito dov’era la soluzione del puzzle, la ‘tesserina’ mancante? A Pomezia. Un luogo in cui i romani passano continuamente, soprattutto quando vanno al mare a Torvaianica. Uno dei pochissimi ‘embrioni industriali’ di Roma, insieme a Tor Sapienza e a Grotte Celoni.
La soluzione di tutto era lì, sotto al nostro naso. E noi non la trovavamo: era troppe semplice, facile facile. Il vaccino non si trovava perché, purtroppo, non possediamo i rudimenti minimi delle subculture di destra. Quei ‘criteri-non criteri’ che non servono a niente e non valgono nulla, ma che possiedono una qualità ben precisa: ti espongono alle ‘botte di culo’ più clamorose. Veri e propri colpi di fortuna, totalmente illogici e irrazionali. Eppure, se si analizza bene la cecità della cosa, le ‘botte di culo’ capitano sempre di là, a destra, rarissimamente di qua. Perché noi ‘non messiamici’ siamo troppo logici e prevedibili. E se una cosa non è nascosta bene, ma proprio bene, come faceva mia nonna con la Nutella, che individuavo regolarmente in fondo alla credenza, dietro ai carciofini sotto’olio, noi non la troviamo.
Insomma, ci dispiace per il dottor Fauci: Pomezia sta qua, a 15 chilometri dall’Eur, subito dopo Tor de’ Cenci e Pratica di mare. Non ci sono santi: Pomezia non ce la puoi copiare. E se vorrai una dose del nostro vaccino, quello fatto a Pomezia mentre noi, con fare disinvolto, ce ne andavamo in spiaggia, come minimo devi votare per Donald Trump. Eh! Caro mio, ti tocca: è stato lui a metterti a capo del comitato tecnico-scientifico per combattere il Covid 19. Ti ha scelto lui, in persona. E tu lo hai pugnalato alle schiena, dicendo agli americani la verità: non si fa così. Sei tu quello che non ha capito niente, caro dottor Fauci, perché la vera ‘botta di culo’, per Donald Trump, eri proprio tu.
(1 novembre 2020)
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