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Il giornalismo “fantasy” dei complottisti #Giustappunto! di Vittorio Lussana

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di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@gaiaitaliacom #Complottisti

 

In merito alla pandemia da Covid 19, si continuano a scrivere le stesse cose, insistentemente. Eppure, l’indicazione di ‘criterio’, in certi ambienti proprio non ‘passa’: nelle questioni scientifiche, gli studi debbono essere supportati e confermati da più fonti. Non si può limitarsi a dichiarare: “Una ricerca giapponese ha stabilito che il Covid 19 è meno ‘impattante’ del raffreddore…”. Ciò equivale ad affermare che il restante 99% della comunità scientifica internazionale sia compattamente impegnata a mantenere in piedi una messinscena di proporzioni planetarie. Una denuncia assurda, basata sul nulla. Anche perché, imperniare un proprio servizio di approfondimento su un singolo studio, corrisponde a dire: “A noi piace questa ricerca qui: tutto il resto è ‘robaccia’…”. Un ragionamento assolutista, che non prevede alcuna pietra di paragone. Eh! Certo: secondo i nostri complottisti, siamo noi quelli diventati, tutti quanti, neo-liberisti. Ossignùr…

La verità è che ai nostri ‘complottari’ basta denunciare il complotto e si fermano lì. Sono gli altri, quelli tenuti a dimostrare il contrario: loro, invece, non sono tenuti a portare alcuna prova circa le assurdità che scrivono e dicono. E continuano imperterriti a fare video o a produrre dei ‘podcast’ sul coronavirus dando per scontato che, sin dall’inizio della pandemia, si sia trattato di un’enorme ‘congiura globalista’. E quando li leggi o li ascolti, si ha la netta impressione di assistere al film ‘Irreversible’ di Gaspar Noè, con Vincent Cassel e Monica Bellucci: una pellicola montata all’incontrario, che inizia dalla fine e termina con la prima scena. Un esperimento giudicato discutibile, tra l’altro, dalla critica… Ma vabbé, poco importa: ai nostri ‘complottari’, la critica non piace. Non la vogliono e non è prevista: loro si espongono, ma tu non sei tenuto a dir nulla. Li devi solo guardare e basta, come gli scimmioni allo zoo. E questa è l’unica cosa di cui, in fondo, sembrano essere consapevoli.

 

 

ia come sia, la denuncia di una gigantesca cospirazione planetaria dovrebbe essere l’atto finale di una lunga e approfondita inchiesta, non il punto di partenza. Perché altrimenti, lo ribadiamo, è come se Oliver Stone, a suo tempo, avesse cominciato a girare ‘JFK, un caso ancora aperto’, cominciando dal ‘processone’: alla ‘faccia’ del montaggio analogico… Chi conosce veramente il giornalismo investigativo, quando ritiene di aver individuato una ‘pista’ non lo dice a tutti quanti, caricando un video su YouTube: in primo luogo, perché si suggerisce agli altri dove andare a indagare, correndo il rischio di farsi ‘sfilare’ lo ‘scoop’ da sotto il ‘naso’; in secondo luogo, perché il giornalismo investigativo si fa infiltrandosi negli ambienti o nei gruppi di interesse senza dire ai ‘4 venti’ di essere un giornalista, perché altrimenti tutti si mettono sul ‘chi va là’ e cominciano a insabbiare sia le prove più evidenti, sia gli indizi più semplici.

Non c’è niente da fare: qui da noi si continua a pensare che ogni professione sia alla portata di tutti. In particolare, quelle che si occupano di fare informazione. Tutti danno per scontato che quello del giornalista sia un mestiere facile. Cosa ci vuole, in fondo? Basta prendere una penna in mano e cominciare a scrivere. Come se, in campo medico, si ‘appiattisse’ la prescrizione di un’aspirina sul medesimo livello dei trapianti di organi. Come se il nostro corpo fosse una macchina: si va dal meccanico e si sostituisce il ‘pezzo’ che non funziona più. Spesso proprio il ‘pisello’: “Datemene un altro, che il mio ‘perde colpi’…”. Ecco il perché dell’ondata pubblicitaria per l’ingrandimento del pene. Soprattutto su internet. E questo sì che è uno ‘scoop’, cari complottisti dei miei stivali, perché il ‘meccanicismo’ è sinonimo di autoritarismo.

Anche da simili esempi si percepisce, da parte dei complottisti, una considerazione del prossimo pari allo zero, da criminali ‘in nuce’. I nostri ‘complottari’ portano avanti solamente se stessi, perché sono dei piccolo borghesi privi di spina dorsale, che passano la vita a invidiare le carriere altrui. Le carriere di “quelli del mainstream”, come li chiamano loro: la ‘corrente dominante’. Che è un po’ come confessare di esser quelli che ce l’hanno piccolo. Anch’io sono un uomo medio-piccolo, amici cari. E risulto tutto proporzionato. Ma 7 centimetri son proprio pochi, ragazzi: io, na bella guardatina me la farei dare. C’era anche un Tizio, a Roma, residente a Vigna Clara mi pare, che il suo lo spacciava come: “Un pisello da culo”. Contento lui, contenti tutti.

In ogni caso, le chiacchiere stanno a zero: le destre ‘sovraniste’, per l’ennesima volta, risultano ‘smascherate’. Una situazione del genere non piace a nessuno, quindi è comprensibile che si cerchi di capire meglio certi fenomeni naturali come le pandemie, le quali non capitavano da quasi un secolo. Tuttavia, anche il giornalismo investigativo bisogna studiarlo meglio, poiché si tratta di una specializzazione molto precisa, che non c’entra niente con la corrente ‘generalista’ o ‘general-generica’ che dir si voglia. E se non si è ‘portati’, ci si occupa di altro, punto e basta. E’ perfettamente inutile continuare ad accusare il resto del mondo nel tentativo di forzare la situazione.

L’amico e collega Andrea Purgatori ci mise 10 anni per dimostrare cos’era successo veramente a Ustica, nell’estate del 1980, incontrando resistenze da tutte le parti. Ma quella volta, la ‘pista’ c’era. E lui dimostrò un gran ‘fiuto’. Al contrario, quando ci si ostina ad andare contro l’intera comunità scientifica mondiale, forzando di continuo numeri e dati nel tentativo di far dire loro quel che si sta teorizzando, significa dimostrarsi solamente dei grandi arroganti dediti alla manipolazione, al fine di rimuovere la realtà. Una realtà che non piace a nessuno, sia ben chiaro, ma che non si può togliere di mezzo come fosse un ‘guaio’ qualsiasi, poiché si sconfina nell’astrazione, nel ‘campato per aria’. E non si è più giornalisti, in questo caso, ma ‘scribacchini’ amanti del genere ‘fantasy’.

I nostri ‘complottari’ dovrebbero tutti quanti travestirsi da Biancaneve, così potrebbero interpretare meglio le loro ‘favolette’ innanzi alle loro ‘tifoserie’ della destra qualunquista e piccolo borghese. Quel tipo di italiani i quali, qualsiasi cosa leggano o ascoltino per televisione, reagiscono sempre allo stesso modo: “Io non la bevo”. Non c’è alcun bisogno di farci credere di essere dei bravi giornalisti che vogliono veramente fare informazione: fate gli attori, che la cosa vi riesce assai meglio. E anche l’odio nei confronti della critica potrà avere, finalmente, un significato più concreto e reale.

 

 

(23 ottobre 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

 

 

 

 

 




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