di Daniele Santi #Lopinione twitter@milanonewsgaia #Politica
Il 5 ottobre scorso in Emilia-Romagna si è verificato un altro caso di violenza sessuale ai danni di una donna. La donna, 64enne, è stata aggredita da uno straniero 27enne che avrebbe abusato di lei. L’uomo, senza fissa dimora (che non significa necessariamente clandestino) è stato rintracciato ed è agli arresti. Se colpevole, pagherà.
La Lega Nord ha diffuso un comunicato stampa dei più beceri, colpendo a sinistra e a manca, spandendo odio contro gli stranieri, contro Zingaretti, alla solita maniera leghista che conosciamo. I toni chiedevano vendetta e non giustizia.
I Leghisti dalla lingua lunga, la penna impazzita e la memoria corta continuano ad essere troppo numerosi, troppo indisciplinati e troppo incoscienti per chiedere loro moderazione. Ne parlammo in un altro articolo, il cui incipit trovate qui.
E’ un bene per chi ha la memoria corta, e la lingua lunga, che il web renda praticamente eterna ogni più insignificante fregnaccia pubblicata permettendo di ricordare, anche a chi ha la memoria corta e soprattutto a chi ha la memoria corta, la lingua lunga e il pianto facile soprattutto in occasione di eventi calamitosi, che i loro pianti e la loro scoperta dell’acqua alta, sono patetici tentativi di nascondere responsabilità precise.
Succede anche ai leghisti della vendetta della regione che Salvini doveva conquistare con la prode Borgonzoni e che perse clamorosamente. Furiosi per le continue sconfitte i leghisti, che sono testardi e vendicativi, non cambiano obbiettivi. Continuano con il loro dagli al migrante!, dimenticando che il capoluogo dell’Emilia-Romagna è Bologna, città in cui ex-candidati leghisti sono rimasti invischiati in una schifosissima storia di prostituzione minorile e cocaina e nella quale il segretario-tribuno si è divertito a suonare campanelli chiedendo al citofono ad innocenti se in quell’appartamento si spacciava, il tutto sotto la luce delle telecamere e grazie al sostegno di cittadini compiacenti di mestiere delatori.
La propaganda leghista ha evidentemente, e scientemente, la memoria corta ed ha in odio tutto ciò che non è Lega. Le statistiche – ma per conoscerle bisogna leggerle, e quindi capirle e poi applicarne i risultati alla realtà e l’esercizio non è leghista – dicono a chiare lettere che il numero di reati commessi da italiani (vedi Colleferro) è di gran lunga superiore – e di superiore efferatezza – a quelli compiuti da stranieri, ma la Lega continua nell’unico refrain che conosce: la caccia allo straniero e la divisione sociale attraverso l’odio.
Negli ultimi giorni i buoni esponenti leghisti sono riusciti addirittura a santificare la mafia a conferma che l’odio rende ciechi e che non c’è esperienza che possa servire alle teste leghiste. Stanno perdendo consensi ovunque, la loro azione politica è inesistente, la Lega di Salvini non serve più nemmeno al suo fondatore, le inchieste assediano il partito, la Regione Lombardia è in guerra con le procure, ma la Lega continua sullo stesso binario. Come se niente accadesse. Persino le scimmie imparano dall’esperienza. I leghisti, no.
Dunque la propaganda leghista dalla lingua lunga e la memoria corta come ogni propaganda che si rispetti, non è un progetto politico, è un fuoco di sbarramento atto a nascondere ciò che non deve essere ricordato: siano processi a Salvini, storie di denari in Lombardia, presidente della Lombardia indagato, telefonini di presidenti e assessori clonati dalla Guardia di finanza, sconfitte politiche alle amministrative o, come nel caso del 5 ottobre, il fatto che la Lega ha perso tutti i ballottaggi e i Fratelli d’Italia (partito per il quale simpatizzavano i picchiatori a morte di Colleferro) la stanno superando nei sondaggi dopo averla ampiamente superata a destra.
Se lor Signori e Signore vogliono continuare a credere ad una simile impostura facciano pure.
(6 ottobre 2020)
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