di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@gaiaitaliacom #Politica
Nutriamo una sincera stima nei confronti di Gianrico Carofiglio. E comprendiamo pienamente come il suo recente riferimento alla “giustizia poetica” sia, in fondo, un segnale di stanchezza nel ritrovarsi ad avere a che fare, in molti dibattiti televisivi, con quella masnada di opportunisti faziosi che sono gli italiani di centrodestra. Tutti gli italiani di centrodestra, nessuno escluso: giornalisti, politici o semplici militanti. Siamo di fronte a gente che non possiede alcun tipo di colonna vertebrale. Ed è esattamente per questo motivo che non hanno colto, minimamente, l’ironia del riferimento. Anche perché, gli italiani del centrodestra hanno il senso dell’umorismo di un cinghiale grufolante. E infatti, a parte l’episodio de “La pecora nera”, storicamente non sono mai riusciti a produrre un giornale satirico di destra. La satira dev’essere sottile. E il vero umorismo lo è ancora di più.
In buona sostanza, il battibecco che Gianrico Carofiglio ha avuto con Alessandro Sallusti a “8 e mezzo”, la trasmissione di Lilli Gruber, è un caso esemplare: è bastato dire che Donald Trump si sia moralmente meritato il contagio da coronavirus, dopo aver fatto lo sbruffone per interi mesi, che subito il direttore de “Il Giornale” ha dovuto per forza tirar fuori la vicenda di Zingaretti ai Navigli. Un paragone, come al solito, poco calzante, poiché la tempistica delle due vicende è totalmente diversa: a febbraio, nessuno sapeva ancora nulla del Covid 19 ed eravamo tutti depistati dalle omissioni della Repubblica popolare cinese. Invece, nel caso di Donald Trump e dei vari leader populisti, ci siamo trovati di fronte a comportamenti eccessivi reiterati nel tempo. Il paragone non regge. Eppure, loro lo propongono. Ci sarebbe da dichiararli “incapaci di intendere e di volere”. E invece, niente: la gente li legge e li vota pure, a questi qui.
Questi personaggi di destra continuano con i loro atteggiamenti volgari e di cattivo gusto, come giustamente ha rilevato Carofiglio. Il quale, a un certo punto, ha preferito cambiare discorso, perché tanto questi non capiscono. E allora, continuino pure a non capire. Continuino pure a voler andare addosso ai muri o finire fuori strada, dato che non solo non imparano mai nulla alla luce dell’esperienza, ma insistono nel rimuovere ogni punto di vista che a loro non piace, al fine di giustificare ogni errore. Non negano solo il Covid 19, ma persino l’evidenza. Persino una vecchietta marchigiana, intervistata da Diego Bianchi, se lo sta chiedendo: “Stavano al governo con Conte e hanno fatto saltare tutto: perché”? Niente da fare: mai che ammettano di aver fatto un errore o di essersi sbagliati. Mai.
Il centrodestra italiano va avanti di rimozione in rimozione, secondo un’arroganza che non solo stanca e indispone, impedendo ogni dialogo, ma porta sfortuna a tutto il Paese. Ormai, non appena ne salta fuori qualcuno c’è solamente da grattarsi i coglioni: da Senaldi a Berlusconi; da Salvini alla Santanché. Tutto il male che essi esprimono finisce col ricadergli addosso. Ma proprio per questo, carissimo Carofiglio, anche la sinistra fa schifo, poiché non sa trarre alcun profitto dalla situazione. Ci sarebbe da ringraziare il cielo di avere di fronte questi populisti da mongolino d’oro, perché ciò certifica il fatto che la fase della “rivoluzione liberale” si è talmente esaurita che questi sono costretti a sparare minchiate. E a furia di bugie e fake news, la gente si sta accorgendo che sono alla disperazione. Il fallimento delle destre è ormai palese. Ciononostante, la sinistra non riesce ad assestare il colpo decisivo, che li mandi ‘al tappeto’ per un bel po’.
Osserviamo il fenomeno Salvini, tanto per fare un altro esempio. Un successo che si è esaurito nel giro di un anno. Uno che parla sempre e solamente di migranti e non ha alcuna soluzione per tutti gli altri problemi del Paese. E stiamo parlando dell’attuale leader del centrodestra, non di un esponente di terza fila, che deve chiedere il permesso anche solo per aprir bocca. Uno speculatore che va avanti tramite slogan privi di contenuto.
Insomma, questi di destra sono morti e la sinistra non ne sa approfittare: anche a sinistra, l’encefalogramma rimane piatto. Ecco perché è totalmente inutile star lì a spiegare distinzioni e differenze. E pensa, caro Gianrico Carofiglio, che la matrice ideologica del “nesso dei distinti” sarebbe quella del liberalismo crociano. E’ roba loro e neanche lo sanno.
Bisogna cominciare a tagliare le teste, adesso. A tutti i livelli. A cominciare da quelli giornalistici, dato che non svolgono alcuna funzione pubblica e fanno solamente propaganda. Deve andarci Sallusti in tv, perché di politici all’altezza non ne hanno più. Finita l’era berlusconiana, questi sono allo sbando e si affidano a Salvini: un miracolato che doveva restare al bar a parlare del Milan. Uno che è stato capace di fottersi da solo, proprio nel momento in cui aveva la partita in mano.
Pensa questi a che livello stanno, caro Carofiglio. E la gente li vota ugualmente, perché gli italiani fanno sempre così. Ed erano così già ai tempi di Mussolini, quando venne imprigionato al Gran Sasso: nel giro di un giorno, il “granitico consenso” del Duce si sgretolò. Perché gli italiani di destra, grazie a questo loro vizio di rimuovere la critica, di non accettarla, non capiscono mai il momento in cui le cose si mettono male. Lo comprendono solo quando il loro Duce di turno viene costretto a salire sull’autoambulanza, dopo aver sbagliato tutto in Grecia, aver pugnalato la Francia alla schiena e averle prese di santa ragione in Africa e in Russia. Eppure, nonostante tutto questo, fin quando qualcuno non lo ha tolto di mezzo, gli italiani in Mussolini ancora ci credevano. Con gli americani già in Sicilia.
Agli italiani di destra bastano gli slogan e si fermano lì. Basta dir loro una stronzata qualsiasi, come quella del bagnasciuga: te la ricordi Carofiglio? “Li fermeremo sul bagnasciuga”, disse il “puzzone”, dato che già si sapeva tutto. Si sapeva che gli anglo-americani avevano deciso di sbarcare in Sicilia: “Il ventre molle dell’Asse”, aveva detto Churchill. Ma questi non vogliono un Churchill, caro Carofiglio: gli italiani rivogliono il loro puzzone. Pertanto, bisogna ridarglielo, in un modo o nell’altro, perché solamente così capiscono cosa significa.
Bisogna individuare uno che stia dalla loro parte, che li faccia vincere e che li lasci liberi di continuare a comportarsi da mentecatti, quali sono. Fino alla loro definitiva estinzione. Insomma, facciamoli vincere e non se ne parli più, perché tanto è anche inutile parlarci: lo abbiamo visto, no? Rimettiamo in piedi una simil-Dc e mandiamoli tutti a quel paese, per favore. In diretta tv e senza alcuna ipocrisia di sorta. Fine della storia.
(3 ottobre 2020)
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