di Daniele Santi #M5S twitter@GaiaitaliaRoma #Lopinione
Torna il grande [sic] Di Battista e si erge a grande fustigatore. Quello che mancava. L’uomo che darà lezioni di reportage senza essere nemmeno pubblicista e dopo risibili tentativi mal riusciti, in linea con la sua carriera politica, l’uomo nero che insieme a Meloni potrebbe lanciare l’Opa sui leghisti in Parlamento, riaprendo il cosiddetto mercato della vacche, ha lanciato il suo anatema contro il M5S: “L’alleanza col PD è la morte nera”.
Sembra di risentire Luigino Di Maio quando sbraitava “Le auto blu sono il male assoluto“. Poi sappiamo quante risate ci siamo fatti. Dunque eccolo il buon Di Battista che da un’intervista televisiva lancia il suo “j’accuse” gridando il dolore dell’escluso “così facendo” il M5S “diventerà un partito più come l’Udeur, buono forse più per la gestione di poltrone…”. Ad Alessandro Di Battista sfugge che il M5S è già “buono forse per la gestione di poltrone…” e certo non averne nemmeno una di quelle poltrone deve provocare un certo fastidio. Adesso poi che i grillini hanno scoperto la domotica…
Proposte? Nessuna, naturalmente. Stiamo parlando di Alessandro Di Battista non di un grande stratega della politica con un obbiettivo a lunghissima scadenza. I suoi obbiettivi si fermano al prossimo corso di reportage a qualche decina di euri all’ora e altro che grandi orizzonti internazionali e di gestione del Movimento. Lì c’è già Di Maio degli sgambetti. Così Di Battista ripiega sul nulla, ma raccontato benissimo. Dice che ha “progetti da presentare al Movimento” e li snocciola uno dopo l’altro: “servizio ambientale, car sharing nazionale, sanità, acqua e trasporti pubblici, intervento diretto dello Stato nell’economia ma anche impresa privata a partire dalle pm” o, per dire, progetti ma anche elenchi che non si capisce dove vadano a parare.
Insomma habemus Di Battista. Ridete!…
(1 dicembre 2020)
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