di Daniele Santi #Politica twitter@gaiaitaliacom #PD
C’è stato un periodo in cui il PD – questo secoli politici fa, molto prima che si programmasse l’orrendo ed innaturale matrimonio tra il PD e la premiata ditta Casaleggio srl nota come M5S – aveva uno strumento che si chiamava primarie, chiamava a votare milioni di persone, metteva gazebo da tutte le parti e la gente, del PD o no, arrivava e votava, e poi si scrutinavano i voti. Con questa pratica democratica si arrivò all’elezione del Grande Dittatore Matteo Renzi.
Si prese oltre due milioni di voti alla prima tornata e 1milione e 200mila o forse qualcosa in più alla seconda, e fu un uomo politico terrificante: tutti tremavano al suo passaggio, perché dall’alto della sua concezione orribilmente autoritaria faceva persino in modo che all’interno del PD si discutesse e poi addirittura si votasse. Mica come ora che il PD prende le decisioni in silenzio e sulla base delle votazioni della democraticissima piattaforma Rousseau.
Matteo Renzi, grande dittatore, propose una riforma costituzionale di ampio respiro – secondo me anche molto più intelligente dell’aborto che chiamano riforma dei parlamentari che non serve a nessuno se non a Luigi Di Maio e che verrà sbugiardata il giorno dopo l’eventuale vittoria dei “sì”, vittoria alla quale personalmente credo poco – e quando la perse, avendo contro di colpo tutte le televisioni e tutti i quotidiani del paese, Repubblica in testa, guarda cosa ti fa questo figliolo di Stalin? Addirittura si dimette da segretario del PD e da Presidente del Consiglio.
Francamente, una simile e spudorata, verticistica presa di posizione non s’era mai vista.
Tuttavia nel PD c’era un problema che aveva reso visibile proprio il PD con l’elezione democratica a segretario di Renzi il Dittatore: ci si era resi conto che il partito era scalabile e questa cosa a coloro che consideravano il PD il loro partito, proprio nel senso di loro, insomma proprio come se ne fossero i proprietari, questa non potevano sopportarla.
Così si tolsero dalle palle il sovietico sistema delle primarie e ritornarono a quel democraticissimo sistema del fare quello che vogliono fingendo addirittura di informare la base che, non si capisce come, continua a votarli. Di questo passo il partito sarà così libero che ognuno farà quello che cazzo gli pare, tanto per capire se stanno facendo bene o no potranno contare sui 49mila che gridano “bravi” dalla Piattaforma Rousseau, che è di Casaleggio o della srl che governa, e non del PD.
Ma non vorrete mettere Zingaretti troppo sotto i riflettori, no? Cosa volete, che tutti si accorgano della sua inconsistenza?
Molto meglio unirsi in carnale e contronatura unione con il M5S senza chiedere nulla agli iscritti, elettori e simpatizzanti del PD – tanto per loro ha già deciso la Piattaforma Rousseau, che è del M5S – ed affiliarsi al buio con quei poveracci del M5S certi che, messi a confronto con il pocume che i grillini rappresentano, anche la mediocrità dei dirigenti del PD, Zingaretti e Franceschini in testa, svetterà alta nei cieli in barba ai dittatori che addirittura erano stati eletti con primarie democratiche e si dimisero dopo un referendum.
A dimostrazione che Matteo Renzi della democrazia interna al PD non aveva capito niente. Lui pensava di avere davvero a che fare con un Partito Democratico.
(20 agosto 2020)
©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata