di Giovanna Di Rosa #Milano twitter@milanonewsgaia #maiconsalvini
Dunque per gli inquirenti potrebbe esserci il coinvolgimento cosciente di Attilio Fontana che però ha sempre dichiarato di non sapere nulla di quella faccenda lì di cognati, camici, aziende il cui 10% appartiene a sua sorella, proprio così come il Covid-19 era poco più che un’influenza. Per gli inquirenti però le cose starebbero diversamente. Attilio Fontana però non è indagato.
Scrive Repubblica che l’affidamento diretto “sarebbe diventato una donazione solo dopo che” quei rompicoglioni “di report hanno cominciato a fare domande scomode”.
Per la procura il presidente della Regione avrebbe avuto un ruolo attivo nella vicenda: avrebbe fatto modificare il contratto da vendita a donazione perché sarebbe stato consapevole che quell’affidamento favoriva una società legata a sua moglie. Il fascicolo per turbativa d’asta ha al centro la commessa di 75mila camici per un totale di 513mila euro offerti da Dama ad Aria durante il picco dell’emergenza Covid. Camici che sono stati consegnati solo in parte… (…) Lo snodo della vicenda è l’intervista di Reportdi metà maggio. Anche se il giornalista di Giorgio Mottola fa domande a Fontana del tutto vaghe sull’affidamento, il governatore si sarebbe attivato poco dopo per far modificare il contratto da vendita – con ordine di acquisto del 16 aprile per un valore da 513mila euro – in donazione…
Al presidente della Lombardia in caduta libera senza paracadute, ultimamente non ne va bene una. E non da ieri. Perché lui è un politico che della consapevolezza e delle certezze ha fatto azione: mentre gli scienziati dicevano che c’era un “caso Lombardia”, riferendosi all’epidemia di Covid-19, Fontana si incensava come se non stesse succedendo nulla, spalleggiato dall’Assessore Gallera che è quello che parla di avere “il 37,5% di febbre” (un altro genio, insomma); mentre l’epidemia infuriava lui diceva “abbiamo contenuto molto bene il virus“, pensa se non fossero riusciti a contenerlo; non batteva ciglio mentre la CGIL lo contestava sulle Rsa; mentre i Lombardi morivano come mosche lui diceva “rifarei tutto” e trovava persino il tempo per lamentarsi della poca presenza mediatica della Lega, capirete anche voi che ci sono priorità. Poi c”erano i suoi simpatici assessori che speravano in una visita di Conte per “riempirlo di botte”, anzi perché ne prendesse “tante”. Certamente un governo regionale leghista di cui andare fieri, così fieri che persino Salvini ha smesso di parlarne perché che cosa volete mai che dica…
Poi ci sono i camici, i cognati, le commesse che diventano donazioni e quei rompicoglioni di Report che no ti lasciano nemmeno lavorare in pace. Insomma, un paese di incivili.
(10 luglio 2020)
©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata