
di Daniele Santi #Repubblica twitter@gaiaitaliacom #Informazione
Con un push-degno di un attentato, la nuova holding che fa capo alla famiglia Agnelli-Elkann si chiama Giano, hanno decapitato la direzione di Repubblica e del gruppo Gedi ha fatto fuori il direttore di Repubblica Carlo Verdelli, sotto scorta per le diverse minacce di morte ricevute – complimenti per lo stile e il calore umano, signori – che viene sacrificato forse in nome di un leggerissimo spostamento a destra del quotidiano e del gruppo editoriale che nell’Italia filo-sovranista è proprio quello che Mancava.
E’ una vera e propria rivoluzione: fatto fuori Carlo Verdelli da Repubblica l’ex direttore de La Stampa Maurizio Molinari, diventa nuovo direttore editoriale del gruppo e assume la direzione di Repubblica salutando Verdelli bye bye be good. Massimo Giannini è epurato da Radio Capital – e magari l’emittente diventerà una radio più ascoltabile e con un’identità più forte – e assumerà invece l’incarico di direttore de La Stampa e di Gnn (il network dei giornali locali del gruppo Gedi) sostituito alla direzione del network da Pasquale di Molfetta (Linus) che sarà il direttore editoriale del polo radiofonico del gruppo, che riunisce tutte le radio intorno a Capital. Mattia Feltri assumerà la direzione dell’Huffington Post, continuando a firmare il Buongiorno de La Stampa.
Un’epurazione dei vertici in piena regola avvenuta in modo incomprensibile, Repubblica è di gran lunga il primo quotidiano italiano soprattutto per quei contatti sul digitale che il gruppo Giano dice di voler “rafforzare” e, per una volta, vogliamo fare nostre le parole di Beppe Giulietti, segretario della Fnsi: “Premesso che ho la massima stima professionale per Carlo Verdelli, per Maurizio Molinari e per Massimo Giannini, mi sento di dire che se lo stile significa ancora qualcosa, la contemporaneità tra il licenziamento di Verdelli e le minacce a lui rivolte, ebbene è davvero infelice, sebbene casuale”. Noi non crediamo assolutamente che sia casuale. Ma questa è un’altra storia.
Si assiste così ad un avvicendamento ai vertici delle testate Gedi, alla vigilia del 25 aprile, che non va certo nella direzione di un convinto antisovranismo, anzi, di quel convinto antisovranismo che una stampa che fa opposizione dovrebbe manifestare. Insomma gli Agnelli-Elkann sono riusciti dove non riuscì Berlusconi.
La redazione di Repubblica è in sciopero. Non rimane che stare a vedere.
(24 aprile 2020)
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