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A proposito del #25aprile e del nostro #iorestoacasaecantobellaciao…

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di E.T. #25aprile twitter@gaiaitaliacom #BellaCiao

 

Ieri abbiamo lanciato il nostro 25 aprile, che è il 25 aprile di tutti, non solo nostro; ed è soprattutto il 25 aprile di coloro che sul 25 aprile ci sputano sopra potendoselo permettere grazie al 25 aprile, giorno della Liberazione d’Italia che ha dato la libertà, anche a certa gentaglia, di dire ciò che vogliono. In libertà. Fin troppa, oserei dire. Se non fossi tra quelli che pensano che la libertà non è mai troppa. Poi c’è chi ne fa l’uso che ne fa…

L’ex parlamentare Anna Paola Concia ed in seconda battuta anche la nostra Lorenza Morello, ci hanno fatto notare che Bella Ciao è un canto di libertà e noi parliamo di cantarla durante l’#iorestoacasa quando le nostre libertà individuali sono pressoché azzerate. Non si può certo dar torto a Concia, verso la quale nutriamo stima e affetto che partono da molto lontano e lei lo sa, né a Morello, che abbiamo la fortuna ed il piacere di avere come collaboratrice di questo quotidiano e come amica nella vita.

 

 

 

Ci siamo presi una bella tiratina d’orecchi, insomma. ma ce la meritiamo. Perché prima di lanciare l’hashtag (il diesis insomma), avremmo dovuto lanciare un articolo dove spiegavamo le nostre ragioni. Personalmente non mi sento particolarmente privato delle mie libertà individuali, per dirla con un monaco giapponese del 1200 “possono anche rinchiudermi, ma non possono rinchiudere il mio cuore e la mia testa”. Non dico di avere ragione, spiego come sono fatto.
Ma rendendomi perfettamente conto di quanto questo regime di confino obbligato possa far male a chi è differente da me, insieme ai collaboratori del giornale abbiamo deciso il lancio di quell’hashtag, essendo per noi così chiaro che nulla meglio di Bella Ciao – sono nato in Emilia, che ve lo dico a fà – avrebbe potuto manifestare meglio l’ideale di libertà che ci appartiene, al di là del luogo e della situazione contingente che mi auguro, momentanea.

Cantare Bella Ciao però non vuol dire cantare la Libertà, vuole dire celebrare il Giorno della Liberazione d’Italia dai Nazifascisti.

Così il 25 aprile, proprio in nome di quella libertà sancita dalla Liberazione d’Italia del 25 Aprile, che ho dentro e della quale nessuno può privarmi, canterò e suonerò Bella Ciao dal balcone di casa mia. Casa dove vivo solo e nella quale sono confinato, spesa a parte, dal 28 febbraio.

Avremmo dovuto scriverlo prima? Non importa granché, lo scriviamo adesso e aspettiamo l’opinione, sempre benvenuta, di Anna Paola Concia, di Lorenza Morello o di chiunque altro voglia regalarci la sua idea di libertà.

E, in chiusura, tornando al concetto di libertà personali o individuali che sono in questo momento terribilmente ristrette, qualora dovessi accorgermi, per quanto tardivamente, che la mia libertà me l’hanno tolta sul serio – e i segnali in quel senso vengono tutti dalla Lega di Salvini e dalla sua sodale Meloni già Le Pen della Garbatella – saprei benissimo cosa fare.
Ma non si tratta di cosa di cui io possa trattare dalle colonne di un quotidiano.

E buon 25 aprile a tutte e a tutti.

 

(21 aprile 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

 

 

 

 

 

 

 




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