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“Giustappunto!” di Vittorio Lussana: Non ci tengo, né ci tesi mai

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di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@gaiaitaliacom #Politica

 

Nelle nuove polemiche di questi giorni tra chi vuole riaprire l’intero Paese e chi vuol rinchiudersi all’interno della propria regione, il dato veramente allarmante non è il fatto che Matteo Salvini e Giorgia Meloni, in compagnia di qualche ‘grillino’, non comprendano una ‘mazza’ del Mes e delle sue procedure. Tutto questo è scontato, dato che Forza Italia si ritrova interamente allineata sulla linea del ceontrosinistra. Quel che sconvolge è la quantità di ‘cazzate’ che i giornali di centrodestra sono capaci di produrre ogni giorno. Probabilmente, dalle parti di ‘Libero’ e anche de ‘il Tempo’ di Roma, ci si è resi conto dello scarso livello qualitativo dei propri ‘beniamini’. Salvini, in particolare, sta ormai rivelandosi, nel lungo periodo, una vera e propria delusione. E la lenta, ma costante, emorragia di consensi della Lega è lì a dimostrarlo. Il centrodestra attuale è regredito a un vero e proprio ‘giardino d’infanzia’, basato unicamente su ‘schiamazzi’ e tradizionalismi ‘tribali’. Ecco, dunque, che sono costretti a scendere in campo i giornalisti di destra, per cercare di seminare ‘zizzania’ e provare a ribaltare qualche ‘frittata’. Restiamo sul Mes, per esempio, a cui bisogna cambiare nome, altrimenti Vito Crimi pensa che ce l’abbiano tutti con lui. Ebbene, sin dalle premesse, la Commissione europea ha sempre chiarito che il computo delle risorse da destinare all’Italia, per il riassetto del suo sistema sanitario, verrà conteggiato al di fuori del nostro ‘monte debitorio’. Niente da fare: per i giornali di destra dev’esserci per forza la ‘fregatura’. Inutile spiegare che accedere a quei fondi senza condizionalità non significa cadere con tutte le scarpe nel Mes. Il quale, tra l’altro, non è più neanche il ‘vecchio’ Mes, quello che, in parte, strangolò la Grecia. La locuzione ‘estrapolazione dal computo’ non significa neanche che ‘sti ‘benedetti’ 37 miliardi saranno a ‘fondo perduto’. Punto primo, perché ci sono altre risorse di quel tipo, che la Ue utilizzerà distribuendoli tra i Paesi più colpiti dalla pandemia da coronavirus; in secondo luogo, perché pretendere 37 miliardi di euro come pura e semplice ‘donazione’ è un ragionamento totalmente ‘antieconomico’. Quel prestito verrà posto sul mercato ad alti tassi d’interesse, come già successo con i soldi versati dall’Italia nel ‘vecchio’ Mes – insieme a Germania e Francia – utilizzati a suo tempo per salvare la Grecia e già rientrati da tempo. Siccome qui giocano tutti con i numeri, si continua a far finta di non capire che il titolo di debito è un prodotto di mercato. In pratica, si critica il capitalismo finanziario non per le sue attività speculative, ma nell’intero complesso. Un po’ come quando si colpevolizza un fumatore perché non ti consente di ‘scroccargli’ le sigarette: ma volete fumare o no, ‘teste di rapa’? Un approccio da frequentatori di ‘bische’ o da giocatori di ‘boccette’. I soldi li vogliono, sia chiaro, ma si pretende anche di mettere i piedi sulle scrivanie altrui: neanche certi ‘personaggetti’ di Primavalle si comportano così.
I giornalisti di destra – e qui mi rivolgo, in particolare, a Franco Bechis, che è il migliore tra loro – dovrebbero cominciare ad ammettere che l’attuale fronte ‘moderato’ è tutto da rifare, anziché continuare a sostenere l’insostenibile o a difendere l’indifendibile. Quei 37 miliardi di euro non solo non verranno calcolati sul nostro debito pubblico, ma si ripagheranno da soli: come lo si deve spiegare? Bisogna farvi il ‘disegnino’? Siccome il vero problema sarà quello di dover giustificare innanzi a tutti gli italiani, compresi quelli più faziosi e nazionalisti, di aver portato avanti per anni un ‘antieuropeismo’ che ha ‘scaricato’ tutte le colpe su una sola e unica istituzione, si continua a ‘cincischiare’ tra polemiche che finiranno col farci perdere quelle risorse. Così, senza mascherine eravamo prima e senza mascherine continueremo a stare, anche in caso di una ‘seconda ondata’ del Covid-19. Neanche si chiederà, un domani, di smentire tutto. Più semplicemente, ci faremo, ognuno di noi, i ‘cavoli’ nostri e continueremo a campare normalmente: non ce ne fregherà nulla di sottolineare che Senaldi e Borgonovo mentono sapendo di mentire. Sarà un problema loro, caro Bechis. Diverrà una ‘non notizia’ e sarà inutile continuare a sottolinearlo. L’importante è andare avanti, ognuno con le proprie cose. E nessuno chiederà il pentimento di nessun altro: siamo tutti laici, no? Non ci tengo a queste cose, né ci tesi mai. E dovreste saperlo.

 

(18 aprile 2020)

©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

 

 

 




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