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La proposta di Democrazia Solidale al Governo: obiettivo 200 mila posti di lavoro nei settori dell’ambiente, della manutenzione e della tutela dei beni culturali. Costo 2 miliardi.
Estendere a livello nazionale le positive esperienze già avviate in alcune regioni con i ‘Cantieri di lavoro’, grazie ad un investimento immediato di 2 miliardi. E’ la proposta che avanza l’ex viceministro Mario Giro, esponente di Democrazia Solidale – DEMOS, per creare migliaia di posti di lavoro della durata di un anno: una soluzione concreta per far fronte ai milioni di disoccupati che provocherà l’emergenza Covid-19 in Italia. Beneficiari di questa misura saranno tutti i percettori di reddito di cittadinanza e i disoccupati in generale. I Cantieri aiutano a potenziare e migliorare i servizi pubblici erogati a livello locale e saranno destinati ai settori dell’ambiente, della manutenzione e della tutela dei beni culturali. Prevedono una retribuzione di 800 euro mensili, alternativa al reddito di cittadinanza, da sommare agli assegni familiari. I beneficiari sarebbero poi eventualmente assorbiti con l’avvio operativo di opere pubbliche dalle imprese titolari di appalti.
Per i lavoratori autonomi Democrazia Solidale propone, invece, al Governo di prolungare al 30 settembre il contributo di 800 euro al mese. Per questa misura si stima una spesa di circa 12 miliardi, che si può ottenere anche in parte con sgravi fiscali sul reddito dell’anno in corso.
Sono due strumenti per affrontare la grave crisi economica che emerge dalle stime del dopo Covid-19. Si prevede un crollo del PIL attorno al 10%, che provocherà nell’immediato almeno 400.000 disoccupati in più (soprattutto contratti a termine e stagionali, specialmente nel settore alberghiero, ristorazione, commercio, logistica, pmi del manifatturiero), senza contare la contrazione del sommerso. Il tasso di disoccupazione risalirebbe al 12%, dopo che nel febbraio 2020 si era registrato un 9% (il migliore dal 2008 quando iniziò la crisi finanziaria). Numeri che si sommano a oltre 3 milioni di poveri, persone senza alcun reddito, e 1 milione circa di cassintegrati. Complessivamente si stima nel 2021 una fascia di popolazione in sofferenza pari al 15%, oltre 10 milioni di persone.
(17 aprile 2020)
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