di Marco Biondi #Lopinione twitter@gaiaitaliacom #Coronavirus
Un interessante analisi di oggi (28 marzo, ndr) su Repubblica, solleva il problema di un’imminente rivolta al sud di tutte le famiglie che vivevano con stipendi in nero, principalmente alimentati dalla malavita organizzata che ne sfruttava il lavoro e li teneva legati col classico ricatto: fedeltà e silenzio in cambio di lavoro.
Queste persone si trovano oggi senza lavoro e senza alcuna prospettiva di sostegno statale. Non hanno contratti di nessun tipo che possa giustificare un sostegno al reddito: non si può certo parlare di cassa integrazione o di assegno in sostituzione di redditi da CoCoCo o Partita IVA. Nessuna traccia di lavoro prima, nessuna speranza di compensazione adesso.
Allora faccio la mia proposta, provocatoria, ma che vale la pena di essere valutata: approfittiamone per sferrare un colpo alla malavita! Invitiamo queste persone, prima che assaltino i supermercati, ad autodenunciarsi. In cambio avranno oggi un reddito di sopravvivenza e domani un lavoro “emerso” e regolare. E se le aziende malavitose non ci saranno più, perché decapitate dalle denunce per lavoro nero, le sostituiamo con aziende pulite, magari composte dagli stessi lavoratori, oggi sfruttati ed affamati. Se servirà, e purtroppo servirà, l’esercito a protezione di farmacie e supermercati, minacciati da persone alla fame, rimaste senza sostegno e senza lavoro, quell’esercito resti a proteggere le nuove aziende che saranno create in sostituzione di quelle che saranno fatte chiudere. Chi oggi compera da loro, magari al Nord o all’estero, potrà continuare ad approvvigionarsi senza soluzione di continuità e non avrà ripercussioni.
Se è vero che un quarto dei lavoratori del Sud oggi vive con compensi in nero, abbiamo la grande occasione di farli emergere e garantire loro un contratto vero e tutele vere. Questa potrebbe essere la grande rivincita dove da una calamità, qual è la pandemia che ci ha devastato la vita, ci consente di ottenere benefici che solo un paio di mesi fa erano impensabili.
Un’altra misura da adottare immediatamente è il ripristino dei voucher lavoro che sono stati aboliti per volontà della CGIL. Quei voucher consentivano a badanti, baby sitter, colf, lavoratori saltuari addetti alle micro imprese, di lavorare protetti dall’assicurazione INAIL, percependo compensi regolarmente tracciati e soggetti ad imposte. Oggi, dopo l’abolizione di quei voucher, questi sono lavoratori di serie B, costretti a lavorare “in nero” ed attualmente esclusi da qualsiasi forma di sostegno al reddito. Oggi non ci possiamo più permettere prese di posizione preconcette, posizioni ideologiche slegate dalla realtà. Se le persone non guadagnano, non mangiano. Poi non ci meravigliamo se diventano cattive.
(29 marzo 2020)
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