di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@gaiaitaliacom #Politica
Nei giorni scorsi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno commesso un grave errore: sono andati a cercare un vecchio servizio di Rai3 ‘Leonardo’ relativo a un virus che i cinesi stavano studiando nel 2015, per dare la colpa a Pechino della pandemia da coronavirus. Dichiarazioni false, ovviamente, relative a un altro virus, che non c’entra quasi per niente con il coronavirus. Una ‘fake news’ messa in circolazione per crare allarmismo e spaventare la gente, con Vittorio Feltri che, da dietro le quinte, ‘soffia’ sul fuoco. Era l’errore che attendevamo. E che dimostra l’irresponsabilità di questi due leader politici, i quali, pur di avere 4 like in più, manderebbero in rovina il Paese. Oltre a ciò, si è creato tutto un sottobosco di personaggi e ‘personaggetti’, come direbbe il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che si son messi a fare vero e proprio ‘terrorismo’ circa il nostro futuro ‘patatrack’ economico. Tutto questo negli stessi giorni in cui la Bce si è messa ad acquistare sul mercato i titoli di Stato dei Paesi europei, in particolar modo i nostri, andando ben oltre il limite del 33% stabilito dai Trattati, trascinando lo ‘spread’ al di sotto dei 160 punti. In pratica, le nostre banche si ritroveranno ben presto piene di soldi per cercar di tenere in piedi la ‘baracca’ italiana, quella francese, quella spagnola e persino quella irlandese, secondo un piano di investimenti che si sta studiando a Bruxelles.
Perché far circolare questo genere di terrore?
E’ presto detto: si teme che possa cambiare strutturalmente il modello attuale, basato su un’economia quasi totalmente ‘di relazione’ e sulle banche da mungere come fossero delle mucche, facendo i ‘gay’ con il ‘didietro’ degli altri. Si teme, in sostanza, che un’Europa ‘neo-socialista’ potrebbe far saltare gli attuali ‘cartelli’ esistenti sui mercati. ‘Cartelli’ i quali sono la vera causa della differenziazione dei prezzi tra Paese e Paese, in cui un’aspirina può costare 7 euro in Italia e solamente 1 euro in Olanda. Un modello ‘neo-socialista’, se così vogliamo proprio definirlo, che invece è previsto temporaneamente. Ovvero: solo per la fase di uscita dalla recessione dovuta al blocco produttivo per il coronavirus. Un po’ come quando, negli anni ’80 del secolo scorso, arrivò la notizia dell’Hiv, che generò una generale paura che, in futuro, non si sarebbe più potuto ‘scopare’: una reazione da autentici mentecatti. Perché il coronavirus sarà anche una ‘peste mondiale’, ma ha un merito indiscutibile: sta facendo saltare tutte quelle ‘barriere d’entrata’ che, in una prima fase, ci hanno imposto il cambio mille lire=un euro (c’è ancora chi mi obietta, sui social, che l’euro vale 2 mila lire, tanto per segnalare il livello del nostro dibattito interno…) con un salto inflazionistico del 25% – di cui Giulio Tremonti non parla mai, chissà perché… – mentre in un secondo momento hanno colpevolizzato la moneta, l’euro, al fine di occultare le loro discutibili politiche dei prezzi. Le loro politiche dei prezzi, non quelle della Ue o di altri. Perché il problema non è mai stata la moneta, bensì la determinazione dei prezzi delle merci sui mercati, regolarmente ‘dopati’ dalle aziende e dalle grandi multinazionali. Ecco perché, adesso, gli avidi hanno paura: perché c’è il rischio che possa avvicinarsi una resa dei conti generale, in cui anche i nostri ‘grandi’ imprenditori potrebbero ritrovarsi costretti a rientrare in fretta e furia dalla propria condizione debitoria, se vorranno tornare belli e puliti sui loro rispettivi mercati. Indubbiamente, le procedure della Consip sono ‘iperburocratiche’: su questo non c’è alcuna discussione. Ma sono diventute tali anno dopo anno, per le molte ‘sofferenze’ che le banche si sono ritrovate in ‘pancia’ – e mai ‘rientrate’ – sin dalla fine degli anni ’90 del secolo scorso. Le ‘strette’ ai fidi e tutte le richieste di garanzia che il sistema bancario richiede hanno una loro causa d’origine ben precisa. E se questa cosa emerge, saranno ‘cavoli amari’ per molti, se non per tutti, perché il sistema sarà costretto a selezionare chi potrà effettivamente tornare sui mercato, in una maniera veramente ‘naturale’, questa volta. Eccoli lì che ‘saltano fuori’, i veri colpevoli della scarsa crescita economica interna. Smascherati da un virus microscopico: il piccolissimo Covid-19, che sta avendo il classico ruolo del ‘granello di sabbia’ che rischia di inceppare l’intero sistema, totalmente di ‘relazione’, della finanza globale. Ecco perché i Vittorio Feltri e i Nicola Porro si mettono a fare i ‘pragmatici’: perché sono ‘allergici’ alle regole. Le quali, se all’improvviso venissero attuate, potrebbero persino giustificare quella tanto temuta ‘patrimoniale’ che mi starebbe – e mi sta – molto a cuore…
Ben vi sta!
(27 marzo 2020)
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