di Giancarlo Grassi #Maiconsalvini twitter@gaiaitaliacom #Maiconlalega
Dopo essersi ritagliato un finto ruolo istituzionale facendo comunella con Matteo Renzi nel proporre la “Zona Rossa” per tutta l’Italia, ecco Matteo Salvini scapicollarsi per rientrare nelle fila destabilizzatrici della destra destabilizzatrice alla ricerca della spallata al governo, ora che la “Zona Rossa” in tutta Italia fa sentire il Tribuno leghista più vicino al suo ideale di democrazia illiberale che tanto piace al suo amico Putin.
A rompergli le balle ci pensa però Zaia, perché il governatore del Veneto, quel Veneto che rifiuta spesso di fare quel che dice Salvini essendo Zaia il collettore di voti nella Regione, vuole assolutamente che le tre province venete “escano dalla zona rossa” e snocciola numeri e contagiati e asintomatici perché ciò che importa è avere ragione, non proporre misure sensate.
Così mentre da una parte Fontana delira di chiudere la Lombardia e Zaia vuole aprire il Veneto, Salvini ha assolto il suo compito istituzionale e torna a gridare “Elezioni! ElezionI!” in compagnia della bionda che gli sta rosicando voti e percentuali ogni giorno.
Zaia ha parlato apertamente di “coprifuoco” e di non essere disposto a tanto. Pensa evidentemente alle conseguenze economiche di questo mese di serrata nazionale che avrà conseguenze serissime. Tuttavia nell’agire inconsulto, e profondamente inutile al bene del paese, della Lega l’unica cosa visibile è la loro politica che cambia a seconda dei territori non a beneficio degli abitanti o del paese, ma ad esclusivo beneficio della politica leghista sul territorio. Così che la “Zona Rossa” va bene per l’Italia, ma non per il Veneto – che evidentemente non è Italia; ciò che va bene per la Lombardia, quello che bZaia chiama coprifuoco, non va invece bene per il Veneto.
Si decidano e la smettano di giocare con la pelle del paese gestendo la politica in maniera emotiva preoccupati non di governare, ma di risalire nei sondaggi.
(10 marzo 2020)
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