di Giancarlo Grassi #Lopinione twitter@modenanewsgaia #Politica
Così Stefano Bonaccini sta mettendo in piedi una supergiunta che ha tutta l’aria di voler essere una lezione di governo prossimo futuro nazionale. Professionalità dalla Reggia di Caserta, sindacalisti all’assessorato al lavoro, la votatissima Elly Schlein alla vicepresidenza, e la nuova giunta al completo che dovrebbe essere presentata entro questa settimana.
Stefano Bonaccini, dopo avere stravinto le elezioni regionale dello scorso 26 gennaio, dà così – e non è detto che lo voglia, ma è politico preparatissimo e di grandissime capacità che vanno oltre l’essere in grado di radunare attorno a sé un grande consenso personale, ed è difficile non pensare che ignori che la politica ha tempi e scadenze lunghissime – un esempio eclatante di lungimiranza e disegna un progetto che sa di nazionale suggerendo che i governi, regionali, nazionali e locali, si fanno con persone capaci e non con improvvisati guasconi un po’ ciarlatani che prima occupano la poltrona poi pensano a cosa potrebbero fare.
L’Emilia Romagna lo diciamo certamente con certo orgoglio, per quanto ingiustificato, dà così un’altra lezione di governo a Roma e ai gangli centrali delle Istituzioni chiarendo che la politica nazionale, piaccia o no, continua a passare da Bologna e da una regione nella quale, nonostante i chiari di luna, economia ed occupazione continuano a tirare l’economia di un paese.
Sarà dopo l’insediamento della giunta che, quando Bonaccini dimostrerà che sull’autonomia dell’Emilia Romagna fa sul serio, molto più sul serio di quanto abbia fatto la Lega con le sue grida e i suoi inganni, che si vedrà che è a favore e chi è contro le scelte del presidente della Regione Emilia Romagna.
E il primo a dover gettare la maschera sarà Nicola Zingaretti.
(12 febbraio 2020)
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