di Giovanna Di Rosa #M5S twitter@gaiaitaliacom #Politica
Insomma cambiano gli steward, ma non le vecchie e cattive abitudini del partito dell’uno vale uno – ma se l’uno sono io conto di più – e dell’epurazione per dissenso, perché chi dissente è impuro e quindi fuori, in sfregio alla Costituzione e in linea, però, con i deliri della Casaleggio ed il contratto firmato che prevedeva sudditanza più che militanza con multa inclusa.
Non basta il cambio al vertice dello steward capetto per trasformare il M5S dell’incapacità e dell’incompetenza in un partito vero, con idee applicabili, teste pensanti e idee vincenti – saremmo tentati di aggiungere – anche “e con esponenti che conoscono la buona educazione ed il rispetto che un rappresentante delle Istituzioni deve al paese” (e non viceversa).
L’ultima della Epurate è la deputata Flora Frate, napoletana, 35 anni, che – colpevolissimamente – aveva l’onta che le rimarrà per la vita, nella peculiare narrazione della realtà del M5S, di essere in ritardo con la restituzione di una parte delle indennità percepite (quando il regolamento [sic] del pentastellismo prevede che ogni parlamentare restituisca un minimo di 2mila euro al mese da investire in progetti e donazioni, oltre a 300 euro destinare invece allo sviluppo della piattaforma Rousseau). Ma a lei la spiegazione pare non suonare benissimo. Così che scrive un post di fuoco, leggerissimamente ironico, su Facebook che, tra le altre cose, ricorda che “un parlamentare non è un dipendente del partito, ma rappresenta la Nazione intera. Il nostro dovere è quello di non perdere il contatto coi territori, non abbandonare la gente, irrobustire il confronto e sperimentare ostinatamente la ricerca della sintesi. Qualcuno, invece, ritiene che si debba starsene rintanati negli uffici romani. E gli effetti si vedono…”.
Insomma loro epurano e gli epurati gli presentano il conto. Del resto qualsiasi steward anche con nessunissima esperienza, sarebbe in grado di capire che i colleghi bisogna tenerseli buoni sennò anch’essi, nel loro piccolo, si incazzano e non basta solo lisciare i capi, perché poi nel momento del bisogno – che è quando ai capi non servi più e ti dicono bye bye be good – non sai a che santo votarti. Nemmeno se ti fai fotografare mentre t’inchini a San Gennaro.
Nel frattempo il M5S è al borde de un ataque de nervios e gli Stati Generali – perché meno hanno da dire più vogliono suonare altisonanti – quegli stati generali che saranno la seconda parte della più grande presa per il culo che la politica italiana abbia studiato per gli Italiani (che ci cascano sempre in massa) dopo le balle di Mussolini e Salvini, sono stati rimandati a dopo il referendum sul numero dei parlamentari… perché voi che leggete non siete sicuramente tra quelli che hanno creduto che avrebbero fatto sul serio, vero?
(31 maggio 2020)
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