di G.G. #formatdellagogna twitter@gaiaitaliacom #maiconsalvini
Avrete notato la velocità con la quale il Tribuno leghista già ministro dell’Interno è passato con sprezzo del pericolo ed una certa incoscienza istituzionale, tipica di chi si sente invulnerabile per motivi che ci sono sconosciuti, ma forse a lui no, dal Format della Gogna in diretta televisiva, con video su Facebook poi rimossi, nell’apparente silenzio generale, al format del vittimismo.
Insomma lui e Borgonzoni, soprattutto lui che ha trasformato il voto in Emilia Romagna in referendum sulla sua persona, e la gente ha scelto Bonaccini sono già entrati nel post-elezioni decidendo che la nuova strategia è: abbiamo perso perché nessuno ci vuole e Lucia è una donna, e siamo stati vittime di violenza verbale e discriminazioni. Loro. Che ad ogni parola seminano odio e divisione sociale, loro – i leghisti del centro-destra – che in Calabria hanno un eletto già nei guai con la giustizia appena 72 ore dopo la chiusura dei seggi, devastati da una rabbia così potente da portare il presidente della regione Lombardia a dire che in Emilia Romagna sono “stati portati ai seggi disabili e centenari”: e meno male, ad ulteriore dimostrazione che in Emilia Romagna i servizi funzionano.
Ora riparte l’ennesima campagna elettorale, ci sono elezioni tra pochi mesi e Salvini in Senato si vedrà sempre meno, mentre è sempre più possibile che Borgonzoni decida di rimanere in Senato invece di stare in consiglio regionale come capo dell’opposizione – ma voi la vorreste una capo così?
Poi ci sono altre faccenduole, come l’indagine interna all’arma dei Carabinieri sui fatti del Pilastro e sulle ragioni della scorta a Matteo Salvini mentre stava compiendo un’azione sconsiderata espondendo alla gogna pubblica un minore sulla base del pettegolezzo di una donna del luogo.
(30 gennaio 2020)
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