di Giovanna Di Rosa #Lopinione twitter@gaiaitaliacom #BastaOdio
Un deficiente, con una banda di amici, perché i deficienti non vanno mai in giro da soli, si è fermato sulla porta di casa del figlio di una deportata dai Nazisti e ha dato pubblica mostra della sua deficienza scrivendo sulla porta “Juden hier” con tanto di stella di David a corredo, così per scrivere che lì ci abita un ebreo e rinverdendo così, nella sola sua povera ed inutile testa vuota, antichi e mai troppo dimenticati drammi dei quali lui, loro, non conosce nulla.
Così il deficiente, insieme alla sua probabile banda di deficienti, ha pensato di insozzare con le sue lordure mentali la vita di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, partigiana deportata a Ravensbrück nel 1944 il quale ha la solidarietà di tutto un popolo, della nostra casa editrice, dell’autrice di questo articolo e di tutti coloro che della presenza di questi decerebrati incolti ed imbecilli che scrivono porcate senza nemmeno sapere, in fondo, ciò che stanno facendo, ne hanno abbastanza. Proponiamo, quando vengano individuati, una class action di massa con costituzione di parte civile contro l’istigazione all’odio.
Parole terribili sono state scritte a Mondovì sulla porta della casa di Aldo Rolfi, figlio di Lidia, partigiana deportata a Ravensbrück nel 1944. L’Italia con tutta la sua forza morale ripudia l’antisemitismo. Sono vicina alla famiglia Rolfi e alla comunità di Mondovì. pic.twitter.com/RhAonxlV1L
— Elena Bonetti (@elenabonetti) January 24, 2020
I fatti a Mondovì. Non si condanneranno mai abbastanza. Lo Stato intervenga e muova le sue forze.
(25 gennaio 2020)
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