di Ghita Gradita #Lopinione twitter@gaiaitaliacom #Moralismo
L’ultima performance dei rappresentanti di questa italietta da due di coppe con briscola a bastoni, è mirata a dire al popolino che cosa deve ascoltare a Sanremo e cosa no. Ieri è stato il turno di un rappresentante di uno dei partiti più insulsamente intolleranti del parlamento italiano, il M5S, malamente travestiti da democratici con fiore da contadinotti rifatti all’occhiello della giacca, che hanno deciso di scagliarsi contro le “canzoni contro le donne” perché lorsignori anime candide non possono “tollerare” che “il servizio pubblico dia spazio a simili esternazioni di violenza che altrimenti non avrebbero alcuna visibilità”.
Loro che la violenza verbale, l’intolleranza, l’odio sui social contro tutte le categorie possibili – fu il leader del loro movimentucolo a chiamare “puttana” Rita Levi Montalcini in linea con la cultura del vaffa- adesso giocano al moralismo e ai paladini dell’altra/altro/altri.
Cosa non si fa pur di propagandare l’impropagandabile. Sono dentro il sistema e ci raccontano di essere contro Sanremo che è sistema più di loro e di cui i rappers impresentabili e costruiti a tavolini sono (in)degnissima parte.
Ma non prendeteci per il culo… (con tutto il rispetto per la lettrice che s’inquieta quando scriviamo culo).
(21 gennaio 2020)
©gaiaitalia.com 2020 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)