di Vittorio Lussana #Giusappunto twitter@gaiaitaliacom #Politica
La sentenza della Corte costituzionale sul referendum per l’abolizione della quota proporzionale del ‘Rosatellum bis’ è l’ennesimo segnale di una destra italiana che, nonostante i consensi, sotto il profilo giuridico si dibatte come un pipistrello quando viene accesa la luce all’interno di una stanza. I criteri delineati dalla nostra Corte suprema sono assolutamente intellegibili: un sistema elettorale maggioritario dev’essere ‘ponderato’ da una quota di rappresentanza proporzionale, dato che l’organo centrale del nostro ordinamento è il parlamento, non le segreterie dei Partiti. Non comprendere tutto questo e accusare il ‘sistema’ di “autodifesa”, significa semplicemente tradire una pericolosa instabilità mentale, oltre a delineare un tratto qualunquista totalmente antiestetico. Che la Corte costituzionale sia un organo dello Stato previsto per difendere l’ordinamento giuridico italiano, è un’emerita banalità: qualsiasi Costituzione del mondo contiene, in sé, alcuni organi di autodifesa. Non esserne coscienti significa non aver mai fatto uno sforzo per lo meno minimo, al fine di inserirsi all’interno del ‘binario culturale’ della Carta costituzionale, che in realtà è una sintesi tra liberalismo, socialismo e cattolicesimo-democratico. Insomma, questa gente qui – dalla Lega di Salvini alle destre ‘sovraniste’ unicamente di se stesse – non ne azzeccano una neanche per sbaglio. Eppure, i loro consensi non accennano a diminuire, a dimostrazione dell’esistenza di un pezzo della popolazione italiana perennemente in malafede, che pensa sempre male di tutto e di tutti. Il centrodestra, in buona sostanza, è maligno in sé. Non tanto perché teorizzi lo Stato di polizia, bensì per una totale mancanza di ‘spina dorsale’. Un vuoto che finisce col generare un ‘effetto-specchio’ il quale, a sua volta, sfocia in una vera e propria patologia. Una malattia che, da oggi, possiamo denominare: ‘sindrome di Salvini’. I sintomi sono ormai evidenti: il cervello del leader della Lega non sa più chi sia, né dove si trovi o cosa sia, riempiendo i ‘vuoti’ con tutto quello che trova in giro. La Lega ha perduto la propria identità originaria in 12 secondi netti, come se si trattasse di un ‘orpello ideologico’ divenuto improvvisamente ‘fuori moda’. Oltre a ciò, la sua evoluzione da movimento secessionista a Partito nazionalista è paragonabile a una sorta di ‘pasta alla zozzona’, una specialità ‘trasteverina’ in cui si mescola tutto e il suo contrario: la carbonara con l’amatriciana, la ‘gricia’ con la ‘mare e monti’, la ‘sale e pepe’ con la ‘puttanesca’. Un ‘pasticcio’ ideologico che, da solo, dimostra la scarsa propensione di questa gente alla democrazia e una tendenza ‘viscida’ alle furberie e a tutto ciò che potrebbe ‘funzionare’ con allocchi e creduloni. Siamo di fronte a una destra ottusa e stupida, capace solamente di fare ‘casino’ strepitando come Wanna Marchi quando voleva vendere le sue creme alle alghe. E un bel ‘pezzo’ di popolo italiano vorrebbe affidare i destini del Paese a questa gente qui, che non sa neanche far giù la ‘O’ col bicchiere. Non siamo affatto innanzi a “un sistema che si difende”, caro Salvini, bensì che non ha alternative moderate, poiché dominato dalle logiche del ‘cazzeggio’ e del ‘trash’. Il sistema si difende perché le destre si dimostrano dominate da un autolesionismo indifendibile. L’attuale centrodestra italiano dovrebbe, innanzitutto, cominciare a guardarsi da se stesso, prim’ancora che dallo Stato.
(17 gennaio 2020)
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