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In aperta polemica con il governo giallorosa e con la manovra economica che non avrebbe inserito denaro sufficiente per l’Istruzione, come da lui richiesto, il Ministro (ormai ex) all’Istruzione Lorenzo Fioramonti si è dimesso e fonderà un gruppo autonomo alla Camera che continuerà a sostenere il governo. Vedremo fino a quando.
Lorenzo Fioramonti ha anticipato al quotidiano Repubblica il 26 dicembre 2019 il post su Facebook che annunciava le sue dimissioni.
Quindi, in piena coerenza con il post. Le dimissioni. Il lungo post, che potete leggere da voi, individua nella scarsa – nulla – accoglienza avuta dalle richieste del Ministro all’interno dell’esecutivo del quale era ministro. Ci sarebbero però anche altre ragioni: la principale costituita dalla ruggine tra Fioramonti e il nobile esperimento Casaleggio per mere questione di quote che il parlamentare non avrebbe versato, nonostante l’obolo richiesto sia obbligatorio per tutti i parlamentari a 5Stelle, obbligo che – uno vale uno – pochissimi rispettano.
Lapidario il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli: “Difficile commentare le dimissioni del ministro (…) il giorno di Natale e pochi giorni dopo la sottoscrizione di impegni precisi assunti con le forze sindacali, rappresentative della grande maggioranza di lavoratrici e lavoratori della scuola, dell’Università e della Ricerca”. Dimissioni che arrivano, dopo gli impegni con le forze sindacali, in aperta polemica per la mancanza di fondi che impedirebbero di mantenere gli impegni promessi.
Suona tanto di storia moderna di una politica troppo attenta al’immagine personale e assai poco sensibile ai reali problemi del paese e di un M5S i cui movimenti dietro le quinte non sono mai sufficientemente chiari all’opinione pubblica se è vero che tanto Fioramonti come Buonafede sarebbero caduti in disgrazie per la questione dei soldi non versati alla Casaleggio Associati.
(27 dicembre 2019)
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