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“Giustappunto!” di Vittorio Lussana. Natale 2019: tanti dubbi sotto l’Albero

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di Vittorio Lussana #Giustappunto twitter@gaiaitaliacom #Politica

 

Anche noi difendiamo le ‘sardine’. Ma lo facciamo in base a motivazioni diverse e ben distinte, rispetto a quel che si sente in giro. Innanzitutto, proprio non si vuole comprendere che il ‘buonismo’, messo sotto accusa dalle destre, è un’obiezione sociologicamente fondata. Non tanto perché si debba essere per forza cinici e antiretorici, bensì perché non viene riconosciuto – giustamente, secondo noi – come bontà autentica e coerente: un metodo alternativo di imbrogliare il popolo, o utilizzarlo in un altro modo. Insomma, il ‘buonismo’ che viene criticato da destra è una delle ragioni delle destre: una sostanziale ipocrisia. Si tratta di un’idea diffusa appositamente, per ‘mascherare’ intenzioni e finalità varie e non certo ispirata a sani princìpi. In tal senso, Don Mazzi rimane nella contraddizione, tutta cattolica, di individuare bene i contorni della questione – quella di una fase della giovinezza che, sostanzialmente, si muove come un Giano bifronte sul palcoscenico sociale – fornendo la cura sbagliata: il paternalismo. In realtà, uno dei messaggi migliori del ’68 fu proprio una frase scritta su un muro dell’Università cattolica di Milano, che recitava: “Voglio essere orfano”.
Resta sul tavolo una questione che si continua a far finta di non vedere: il grosso della sinistra storica si ritrova in una sorta di ‘limbo identitario’ che nessuno si decide a risolvere, per convenienza e opportunismo. Esattamente come avviene a destra, con le conversioni improvvise al nazionalismo e a una concezione oscurantista della religione, dopo aver teorizzato, per interi decenni, il federalismo e la divisione del Paese. Tutto viene dimenticato e perdonato, a destra come a sinistra, per motivi di mero opportunismo.
E la vera bontà, quella sincera, altruista e disinteressata, c’entra ben poco in una confusione di questo genere. La Chiesa ha sempre avuto, essa stessa, due anime. E la tal cosa, oggi, è ancora più evidente, rispetto al passato.

L’italo-marxismo non riesce a salvare quel che si deve salvare – Gramsci, Pasolini – e a gettare via la vecchia zavorra ideologica ‘lukacsiana’ e ‘trontiana’, mentre la destra fatica a liberarsi dei suoi detriti culturali e qualunquisti, che coinvolgono persino un bel pezzo del mondo liberale, il quale confonde il soggetto atomico privato di Alfred Rosenberg – il vero ideologo del nazismo – come liberalismo ‘popperiano’. Il grosso degli italiani, nel frattempo, si ritrova a ‘tronchi’, con pensieri e idee fondamentalmente ‘segmentate’, vittime di uno sviluppo tecnologico che non risolve le contraddizioni culturali e spirituali, bensì chiede semplicemente di abbandonarle, per passare dal meccanicismo tecnocratico alla società cibernetica per puro positivismo, cieco e sordo rispetto a coloro che lascia indietro.

A parte qualche eccezione, siamo tutti condannati alle mezze verità. Ed ecco per quale motivo la nostra attuale classe politica ‘annaspa’ faticosamente nel fango, senza riuscire a risolvere realmente alcun problema e proponendo l’opportunismo come unico dogma sociale rimasto in piedi. Con simili ‘chiari di luna’, ci accingiamo a chiudere questi anni ’10 del XXI secolo con maggiori dubbi, se possibile, rispetto al passato. Resta solamente la speranza che le feste di Natale possano portare un pizzico di senno nelle ‘zucche vuote’ dei tanti, troppi esaltati, che stanno riducendo la politica stessa a una serie infinita di polemiche da cortile. E questa è la ragione di cui il movimento delle ‘sardine’ si è fatto portatore. Buon Natale.

 

(24 dicembre 2019)

©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 




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