di G.G. #Trump twitter@gaiaitaliacom #Politica
Donald Trump è sotto impeachment. La Camera ha votato l’impeachment con 230 sì e 197 no ed ora si aspetta che il Senato metta in piedi il processo. Il New York Times picchia duro e non risparmia nemmeno una delle parole lanciate come clave grazie alle quali Trump, a guisa di guitto d’avanspettacolo un po’ fuori di testa, imbarazza e mette in pericolo il mondo e si esprime sull’impeachment, sui Democratici e su Nancy Pelosi, donna al di sopra di ogni sospetto.
Le accuse sono pesantissime: abuso di potere, ostruzione. Poi c’è l’Ucraina, la Russia, Biden. C’è la narrazione di Democratici ostili e decisi a distruggere gli USA. C’è l’arringare folle contro il partito di opposizione, che controlla la camera sulla base del voto degli Americani non sulla base di un inciucio coi Russi. Ci sono una serie di accuse pesantissime, documentate, contro il presidente, il suo entourage, la sua famiglia, i suoi collaboratori. Non ha granché di cui preoccuparsi Trump. Voleva passare alla storia. C’è già riuscito.
Ad esempio l’articolo che incrimina Trump per abuso di potere parla di pressione sul leader ucraino Volodimir Zelenskij affinché aprisse un’inchiesta su Joe Biden, in cambio di 391 milioni di dollari in aiuti militari già varati. Ora tutto passa al Senato. A gennaio inizierà il processo. Se a votare per la colpevolezza di Trump sarà meno dei due terzi dei senatori il Presidente americano resterà in carica. Se il 67% del Senato (o più) lo considererà colpevole Trump verrà rimosso. Al momento i numeri non ci sono, ma siamo nel regno dell’impermanenza.
(19 dicembre 2019)
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