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Le sardine e i pescecani #iolapensocosì di Marco Biondi

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di Marco Biondi #6000Sardine twitter@gaiaitaliacom #Maiconsalvini

 

È indubbio che il movimento delle Sardine abbia suscitato tanto entusiasmo e, altrettanto indubbiamente, apra speranze di sbocchi politici democratici e riformisti che prima non si vedevano. Quando sembrava che il sovranismo spinto da ambizioni dittatoriali iniziasse a godere del gradimento della maggioranza della popolazione italiana, l’interesse che sta suscitando il movimento delle Sardine, ha aperto decisamente uno spiraglio di sollievo.

Detto questo però, nonostante le dichiarazioni dei coordinatori che allontanano l’ipotesi di un impegno diretto sotto forma di partito, il recente sondaggio che accredita le “sardine” di circa il 25% di consenso elettorale dimostra che gli Italiani ancora non vogliono imparare dagli errori del passato.

Cerchiamo di andare indietro nel tempo. Dopo tangentopoli, Berlusconi si presenta sulla scena politica come “il nuovo” e “scende in campo” per rimediare a tutti i guasti della politica Italiana. Governa, con poche interruzioni, per quasi venti anni, imbarcando anche i movimenti “di destra” come Alleanza Nazionale, che poi si scioglie e confluisce in Forza Italia, e la Lega. Questi Governi sistemano molte cose, ma tutte private. Molte “olggettine” si sistemano, molti costruttori fanno affari d’oro, ma il Paese precipita nel baratro. Ricordiamo gli scandali succeduti al terremoto dell’Aquila, Il G8 della Maddalena, le serate eleganti con le minorenni, la cancellazione della vendita di Alitalia (ancora oggi a nostro carico), le eterne incompiute (Salerno-Reggio Calabria, variante di valico). Tutto ben mascherato dal monopolio televisivo e delle Leggi ad personam (depenalizzazione del falso in bilancio ed accorciamento delle prescrizioni comprese) che hanno tenuto l’ex cavaliere fuori dalle patrie galere. La cosa drammatica è che il “popolo” criminalizza chi ci ha salvato (Monti e Fornero in prima persona), ma assolve chi ci ha portato al fallimento, Lega compresa, furti di denari pubblici compresi nel pacchetto regalo.

La ricerca del nuovo non ha insegnato granché, se ha portato alla nascita ed all’esplosione del Movimento 5 Stelle. Incompetenti allo sbaraglio che hanno devastato Roma, seppellendola di immondizia, nella trasandatezza, incuria ed inerzia più totale, che hanno rifiutato grandi opportunità come le Olimpiadi a Roma o quelle invernali a Torino, che hanno portato al peggior governo della Repubblica e fatto esplodere il fenomeno Salvini. Senza il colpo di genio agostano, oggi ci ritroveremmo l’IVA al 25%, meno risorse per tutti ed un dittatore con pieni poteri alla guida del Paese.

Ciononostante, l’arrivo di facce nuove e sconosciute, continua ad affascinare gli Italiani, illusi che il nuovo sia sempre sinonimo di salvifica soluzione ai problemi del Paese.

Seppure concordando col fatto che la novità è sempre stimolante e che il ricambio generazionale è da accogliere con entusiasmo, vorrei umilmente ricordare che il ruolo del “legislatore” che la Costituzione assegna ai nostri Parlamentari, richiede un minimo di competenza e presupporrebbe che fosse affidato a persone che possano dimostrare di avere la preparazione culturale e tecnica per poter assolvere questo compito in modo egregio e positivo per il Paese. La piega che ha preso la politica che ha sostituito la preparazione culturale con i tweet ed i post è preoccupante ed i risultati che produce credo siano sotto gli occhi di tutti.

Se la base del consenso in una democrazia parlamentare dovrebbe essere la dimostrazione di saperci fare, scoprire che oggi, e purtroppo da in bel po’ di tempo, basta saper promettere risultati fantastici senza nemmeno preoccuparsi che siano raggiungibili, getta onestamente nello sconforto. Ed avere solo facce nuove, purtroppo, non è garanzia che ci sia anche la preparazione e l’onestà per fare il bene del Paese.

Non dimentichiamoci che se è anche vero che non tutte le persone “normali” messe di fronte all’occasione di arricchirsi, anche in maniera poco lecita, decidano di non farsi sfuggire quell’occasione, dalla cultura popolare ereditiamo proverbi tipo “l’occasione fa l’uomo ladro”. Molti esempi ci vengono dagli amministratori leghisti (regolarmente condannati per varie violazioni alla Legge), così come da amministratori locali appartenenti a tutti i partiti. E qui si intrecciano riflessioni sulle recenti inclinazioni popolari tendenti a ridurre i compensi dei parlamentari e la criminalizzazione dei finanziamenti alla politica. Ma questi sono temi da affrontare separatamente.

In conclusione, credo che serva un ritorno serio alla politica con la P maiuscola, fatta con persone serie, preparate e competenti. Se fossero democratici e riformisti, per me, sarebbe meglio.

 

(15 dicembre 2019)

©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 




 

 

 

 

 

 

 




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