di G.G. #Lopinione twitter@gaiaitaliacomRE #NildeIotti
A celebrare la giornata del convegno dedicato a Nilde Iotti e intitolato “Il contributo di Nilde Iotti nella costruzione dell’identità repubblicana” si è chiamato a Reggio Emilia il presidente della camera Roberto Fico che, ci passereste l’irrispettoso paragone, è come chiedere ad un bambino di otto anni l’analisi filologica e critica completa dell’opera di Isaac Asimov. O come chiederla a Di Maio.
Non è che vogliamo mancare di rispetto alla carica che il presidente Fico riveste, carica che, essendo la terza carica dello Stato, rispettiamo per ciò che rappresenta, ma va detto e ricordato, e non sarà mai detto e ricordato abbastanza, che Roberto Fico, al contrario di Nilde Iotti che ha costruito l’Italia, appartiene ad una forza politica che della critica distruttiva al paese ha fatto la sua bandiera; va ricordato per onore della verità che al momento l’evento più degno di nota della carriera politica di Roberto Fico è stata la passeggiata con decine di uomini di scorta fino al Quirinale per incontrarsi col presidente della Repubblica Mattarella. Era il 23 aprile 2018. Dopodiché il nulla. E prima soltanto la muta presidenza della Commissione di Vigilanza Rai.
L’uomo è insignificante, anche se è il presidente della Camera, e di lui non rimarrà traccia. La sua presenza fa onore a chi l’ha voluta, più che alla manifestazione, perché dimostra più rispetto per le istituzioni di quanto probabilmente lo stesso Fico ne abbia mai avuto prima di sedere su quello scranno. La sua presenza al convegno su Nilde Iotti, gigantessa della storia d’Italia degli ultimi cento anni, ci ricorda tristemente quanto questo paese si sia imbarbarito.
(3 dicembre 2019)
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