di Ghita Gradita #Tv&Radio twitter@gaiaitaliacom #DeAndrè
Una serata su Fabrizio De Andrè che doveva essere una celebrazione e che ha invece ucciso, vergognosamente, la poesia del grandissimo musicista scomparso, è stata un funerale della musica e del buon gusto. Imbarazzante, in una parola. Imbarazzante Enrico Ruggeri sempre più rauco, incapace di tenere le note, stonato, antipatico; imbarazzante anche Dori Ghezzi, che avrebbe dovuto occuparsi di proteggere l’opera del suo compagno; imbarazzanti gli ospiti, imbarazzante il rap mescolato come un cattivo dado in un gran brodo al video in bianco e nero di De Andrè.
Per ricordare qualcosa della serata bisogna ricorrere a Ornella Vanoni che, incapace di leggere il testo della canzone che non conosce, se la prende con i fari frontali e interrompe la canzone: “Non si vede un cazzo!”, poi aggiunjge “Tagliate cazzo sennò non mi chiamano più” segno che non si rendeva nemmeno conto di essere in diretta. Complimenti alla pessima organizzazione e a chi ha deciso – Ruggeri? – di fare di ciò che doveva essere una celebrazione, un de profundis di inaspettata tristezza.
Invece di fare casino sull’idea politica di Enrico Ruggeri, che non è un conduttore e non è più nemmeno un cantante, i soliti critici del tu non sei di sinistra e quindi non sei degno (che poca intelligenza, mamma mia!) dovevano fargli le pulci sull’inconsistenza dello spettacolo che ha presentato e sull’infima qualità della sua esibizione artistica.
Uno spettacolo da dimenticare, una conduzione scandalosa, spessore culturale inesistente e la banalità di ospiti, conduttori e format che hanno distrutto la dirompente straordinarietà dell’opera di Fabrizio De Andrè.
(19 novembre 2019)
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