di Daniele Santi #Slogan twitter@gaiaitaliacom #maiconsalvini
Così sta andando. Questo che pare essere diventato un paesucolo di provincialotti pettegoli e saccenti sta cadendo sotto i colpi di coloro che pretendono che gli altri rispettino le regole pretendendo impunemente per sé la libertà di fare impunemente i cazzi loro. Risultato della costruttiva attitudine, tutti fanno i cazzi loro e gridano agli altri che bisogna rispettare le regole.
Esempio di questo cancro che occorrerà guarire prima o poi, nel modo più profondo ed indolore possibile, le scorribande populiste di forze che stanno dove stanno da almeno 20 anni e si spacciano per il nuovo, gridando che le regole vanno rispettate guardandosi bene dal rispettarle loro stessi: affitti mai pagati, canoni da 20 euro al mese, milioni che arrivano di qua e se ne vanno di là, rimborsi non dovuti che vengono comunque percepiti e spesi, condanne, ‘ndrangheta, camorra, regolamenti e movimenti non chiari, onnipresenze televisive gestite da non si sa chi, anche se si sa perfettamente il perché.
Non hanno un’idea che sia una – voleva andare a vivere in Umbria, quella del paradiso terrestre e ora dell’Umbria non parla più – non hanno un programma che non sia chiedere pieni poteri, non hanno una politica sensata, l’economia non sanno cos’è, ma sanno gridare le cose giuste alle pance giuste. Così eccoli svettare in tutti i sondaggi, meravigliosamente pilotati da una stampa prona, più che compiacente, genuflessa più che d’accordo, schiava più che libera, in una parola vergognosa, e continuano nella distruzione del paese che, complici le corazzate berlusconiane che negli ultimi trentacinque anni ha costruito le menti semplici da nutrire a slogan, non capisce più delle centocinquanta parole che capitano e capitana gridano come ossessi da tutte le platee.
Che si voglia ristrutturare la casa è comprensibile, ma almeno si dovrebbe sapere che il muro portante non va abbattuto. Sennò cade tutta la costruzione.
(12 novembre 2019)
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