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Come Erdogan ha preparato il tentato sterminio dei Curdi coi soldi dell’Unione Europea

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di G.G. #Erdogan twitter@gaiaitaliacom #Curdi

 

Ci sono molti modi di preparare un futuro da dittatore o monarca assoluto che dir si voglia: ad esempio fingere di aderire ad un accordo con l’Unione Europea sull’immigrazione, la quale UE comincia quindi a stanziare miliardi di euro (6 miliardi dicono alcune fonti, 12 dicono altre, altre ancora parlano di un totale di finanziamenti pari a 13 miliardi di euro, una finanziaria) affinché il Sultano Integralista assetato di potere che si fa i colpi di stato da solo.

Dall’inizio è stato chiarissimo a tutti, fuorché ai gerontocrati al potere a Bruxelles, che dei migranti ad Erdogan interessa tanto quanto gli interessa dei Curdi, cioè nulla, e che l’obbiettivo era rinforzare il suo potere interno con mosse propagandistiche e mirate a tenere per le palle l’Unione Europea sulla questione migranti. Questione che niente affatto casualmente torna di attualità oggi che Erdogan vuole spadroneggiare dall’Europa alla Siria, distruggendo l’etnia curda, e minacciando l’Europa che interferisce con tre milioni e mezzo di profughi curdi pronti ad arrivare in Europa su ordine del raìs. La guerra contro l’Isis – guerra? – combattuta da USA e Curdi per eliminare dai territori il dominio dei terroristi del sedicente stato islamico, non è mai stata vista di buon occhio da Erdogan perché il suo obbiettivo, dopo avere zittito tutti gli oppositori interni con la scusa del terrorismo, in un paese dove anche respirare diventa difficile e dove persino i giornalisti che si oppongono al governo vengono tacciati di terrorismo è spazzare via tutti coloro che possono rappresentare un pericolo per il suo sogno di dominio incontrastato della zona in combutta con la Teocrazia Iraniana.

In tempi di integralismo religioso come clava politica un popolo di radici musulmane, ma laico come il popolo curdo rappresenta un fastidio di cui liberarsi al più presto, come si fa con un insistente prurito.

La Turchia di Erdogan che è stata invasore ad Afrin, e amica a Idlib, con l’appoggio di Trump e la protesta appena formale di Putin ha gettato la maschera e si è lanciata alla conquista di quel che resta di una Siria, un popolo ed una nazione meravigliosi, distrutta da anni di guerra, dall’avidità e dall’imbecillità della famiglia Assad e si dibatte ora tra le spire di Erdogan, l’inutilità dell’UE muta come sempre in politica estera, e il laissez faire di Trump e Putin.

Ecco a cosa sono serviti i miliardi dell’UE ad Erdogan per frenare [sic] l’immigrazione, a creare un nuovo stato-canaglia dove il governo minaccia gli alleati di invadere i loro territori con la bomba ad orologeria dell’immigrazione coatta. In questo Erdogan non è in nessun modo differente da Gheddafi, che ha fatto una pessima fine.

 

 

 

(12 ottobre 2019)

©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata

 


 

 

 

 

 

 




 

 

 

 




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