di Redazione #Kurdistan twitter@gaiaitaliacom #Siria
Qualcuno nell’amministrazione pel di carota si è dovuto rendere conto che lasciare mano libera ad Erdogan in Turchia avrebbe potuto procurare guai seri nell’area e l’ennesimo genocidio del quale il mondo non sente il bisogno. Così dopo avere dato mano libera ad Erdogan il buon Trump ci ripensa e parla di “ritiro limitato ad un centinaio di soldati” e di azioni volte a “contenere” le possibili esagerazioni turche già pronte a nord dell’Eufrate contro i “terroristi” che, è bene ricordarlo, per Erdogan non sono i miliziani fanatici dell’Isis, ma i soldati Curdi che hanno liberato quel territorio dall’Isis insieme alle forze USA.
La nuova decisione dell’amministrazione Trump, considerando le parole del vicepresidente turco, non devono avere sortito grandi effetti se il presidente turco, come scrive Repubblica, ha risposto che “La Turchia non è un Paese che agisce sotto minaccia”, riferendosi alle minacce su eventuali shock all’economia turca in caso il governo di Erdogan superi “i limiti” nell’imminente operazione militare contro le milizie curde dell’Ypg nel nord-est della Siria. “Quando si tratta della sua “sicurezza, la Turchia segue la propria strada e lo fa a qualunque prezzo”.
Perché si capisca in quale conto il miglior alleato USA della zona tenga le parole del presidente Trump. Nel silenzio assordante dell’Unione Europea.
(8 ottobre 2019)
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