di GaiaitaliapuntocomEdizioni #Commenti twitter@gaiaitaliacom #facciamocultura
Ci è stato chiesto, in malo modo, e per l’ennesima volta nel corso della storia di questo quotidiano, chi ci paga. Ci è stato chiesto in via privata, questa volta, perché le denunce servono, evidentemente, ma non siamo certo nati per dare lavoro alle Questure, che di lavoro ne hanno a sufficienza per conto loro. Tocca però ribadire, che palle!, e per l’ennesima volta, che siamo un quotidiano indipendente il cui editore è indipendente e libero da vincoli politici di qualsiasi tipo, con abbastanza conoscenze nel mondo politico per poter dire, senza che nessuno possa smentirlo, che non è persona che si fa chiudere la bocca.
Siamo fieri altresì di poter dire, viste le curiosità espresse in tal senso, che questo quotidiano è fiero di avere i collaboratori che ha, i cui punti di vista spesso non collimano nemmeno con quelli dell’editore, che la direttrice politicamente è distante dall’editore, che Mila Mercadante non trova spesso d’accordo altri collaboratori, vedi Giovanna Di Rosa, ma neppure una virgola è mai stata tolta dagli articoli di nessuno di coloro che su questo quotidiano hanno scritto e nessun tipo di censura è stato esercitato. Chiediamo scusa per il neretto corsivo, ma ciò che a che fare con le libertà individuali ci trova particolarmente sensibili. E battaglieri.
Se Mila Mercadante esprime il suo punto di vista sulla leadership ambientalista di Greta Thumberg e Vittorio Lussana scrive un articolo che va in un altra direzione; se La Bustina della Serva ha un punto di vista e Diego Romeo ne ha un altro,con Lorenza Morello che ne ha un altro ancora; se in un editoriale ce la prendiamo con Zingaretti e in un altro parliamo dei sondaggi su Renzi o della nascita di Italia Viva; se in altri ce la prendiamo con Salvini, o con Meloni, o se parliamo di + Europa non stiamo esprimendo un endorsmente né attaccando nessuno: tutto questo fa semplicemente parte del progetto editoriale che abbiamo chiamato Gaiaitalia.com Notizie, quotidiano nazionale di politica, cultura e opinioni. Opinioni. Per noi tutte rispettabili principalmente perché espresse con civiltà e con conoscenza dei fatti.
Se per molti dei lettori che ci hanno chiesto lumi e da che parte stiamo; se per alcuni tra coloro che hanno scritto dicendo che non ci leggeranno più perché filorenziani, fare giornalismo ed informazione significa fare parte di un quotidiano-partito, sappiano questi gentili amici che si sbagliano. Per noi fare informazione, prendendo posizione nella totale libertà delle idee, fa parte del progetto culturale che con tanta determinazione – e tante difficoltà – stiamo perseguendo con la pubblicazione di questo quotidiano e della sue quattordici edizioni locali, con i festival culturali in tutta Italia, con la web radio, con i libri e gli ebooks, con le mostre d’arte.
Se di fronte ad un progetto come il nostro, nato esclusivamente per fare cultura, le domande riguardano soltanto cosa ci sta dietro – dietro ci sta gente che si fa un mazzo tanto – abbiamo ancora tanta strada da fare. Ma non preoccupatevi, la faremo fino in fondo. Però illazioni basta… davvero. Noi #facciamocultura. E basta.
(28 settembre 2019)
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