di Daniele Santi #Politica twitter@gaiaitaliacom #Opinioni
Così ci salutava un lettore prima di abbandonarci. Il lettore in questione, evidentemente, che negli ultimi giorni tutta la stampa italiana ha parlato, chi in in un modo chi nell’altro, del nuovo partito di Matteo Renzi, cosa che evidentemente non gli deve essere piaciuta soltanto nel nostro caso perché, lo scriviamo sempre ma non c’è niente di meno credibile della verità, sul nostro quotidiano scrivono persone libere di scrivere quello che vogliono. Noi correggiamo i refusi, eventualmente, non i contenuti. Insomma non ci piacciono le veline. Quindi se qualcuno tra noi è entusiasta della nuova avventura renziana e lo vuole scrivere ed il pezzo ci interessa ed interessa ai nostri lettori, ben venga. Posto che di grandi entusiasmi non ne abbiamo visti.
Al gentile lettore che ci salutava così dev’essere sfuggito il punto di vista tutt’altro che tenero di Vittorio Lussana, che nell’articolo che segnaliamo si è espresso con la chiarezza che gli è propria ed anche sul suo profilo Facebook non ci va tanto per il sottile; inoltre al gentile lettore che ci abbandonava con la dichiarazione che dà il titolo, dev’essere sfuggito che il nostro scrivere di Renzi è spesso mirato al tiro al Matteo che stampa e politica, in buona parte, mettono in atto ad ogni nuova iniziativa di Renzi; troviamo questo ingiustificato ed ingiustificabile dal momento che sembra che in questo paese la politica debba essere agita così come desiderano gli editori dei quotidiani, cosa che da editori indipendenti ci sembra un po’ troppo.
Rimane poi l’aspetto più importante da considerare: un paese diviso in fazioni di stampo nemmeno troppo vagamente integralista, l’una rispetto alle altre, ci sembra fuori luogo, inutile e, in ultima analisi, pericoloso: un paese che perde il gusto del confronto, il lettore che non sopporta idee differenti dalle sue, un politico che chiude i ponti con le altre forze politiche, un giornale che cerca il plauso così come il profilo che cerca il like in opposizione a tutto il resto e non per il valore delle sue idee che possono essere condivise o no, ma vengono proposte secondo il principio della serietà e dell’autorevolezza… beh, ci sembra un paese un po’ triste, un lettore un po’ triste, un politico un po tristo che – finalmente – fa regredire il suo Paese allo stadio preadolescenziale del ridammi il mio trenino che con te non gioco più.
(24 settembre 2019)
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