
di Giancarlo Grassi #ItaliaViva twitter@gaiaitaliacom #Politica
Da Pierferdinando Casini, un gran frequentatore di Palazzo, per dirla scherzonamente, parte una raffinatissima e ben cucinata polpetta avvelenata diretta a Matteo Renzi, quel tipo di polpette avvelenate che paiono un po’ gli endorsement di Massimo D’Alema che non sono mai tali, ma servono piuttosto all’uomo che da segretario di partito ha perso tutte le elezioni per dire “son qui dietro l’angolo e ti vedo”.
In realtà Casini non dice nulla che non si possa capire osservando la realtà senza i filtri dell’imprenditore che è anche editore e che dice, senza dirlo, quale linea editoriale vada tenuta prona alle sue convenienze politiche (vedi Radio24 che è riuscita ad uccidere una programmazione in nome del filo leghismo del capo di Confindustria). Con l’ipotesi di matrimonio duraturo tra M5S e PD accomunati dalla necessità di essere al potere e dal delirio di ritenere che le cose andranno bene soltanto perché al potere ci sono loro, al centro si sono aperte praterie sconfinate.
Non vorremmo, Casini è uomo sottile ed acuto, che si riferisse ai soliti mercati delle vacche. In realtà Casini sembra avere preso l’andazzo di riempire di complimenti chi, secondo lui, non andrebbe votato ed è probabilmente lì che si nasconde l’insidia: nella sua frase “Mi par chiaro che Matteo ha tanti pregi, ma non certo quello di farsi consigliare” che giunge in risposta ad una domanda di Quotidiano.net che pubblica una lucidissima intervista del democristiano eterno, secondo solo ad Andreotti.
Il nuovo partito di Matteo Renzi, per dirla come la direbbe un toscanaccio, è la più grossa rottura di coglioni che poteva capitare alle vita politica italiana così come Zingaretti e Grillo l’avevano immaginata. Abbiamo vinto, avevano pensato, ma si sbagliavano perché l’uscita renziana dal PD è stato un capolavoro di strategia politica che ha lasciato di sasso tutti quanti. Così di sasso che non sanno dire altro che non sia ciò che si sente uscire dalla bocca di tutti coloro che in Renzi vedono un pericolo serio per i loro orticelli.
Poi ci sono le polpette avvelenate alla Casini e le sgarbate ed astiose frecce alla D’Alema. E quindi ci sono molti cittadini che si mobilitano (basta dare un’occhiata ai social, in giro e ai simboli che velocemente cambiano sui profili). Tutto il resto è vecchiume che viene considerato nuovo solo un un sistema più vecchio del vecchiume, e che puzza di morto.
(22 settembre 2019)
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