di E.T. #Lopinione twitter@gaiaitaliacom #Politica
Nella mattinata di Circo Massimo su Radio Capital, Massimo Giannini appariva travolto dalla furia antirenziana che caratterizza la stampa italiana dall’annuncio del suo nuovo partito. Cercando disperatamente di pilotare le informazioni audio che la sua trasmissione proponeva agli ascoltatori, a proposito di quanto scrivevamo qui ieri sui direttori di testata che si sentono capipartito, la sua personale lettura di ciò che il premier Conte ha detto ieri sulla formazione renziana, definiva aborto il partito di Renzi ed elencava quelli che lui chiamava gli abortini centristi.
La classe non la inventi, e per fortuna che Oscar Giannino, conduttore insieme al Giannini della fascia di Circo Massimo che va dalle 8 alle 9, informava il direttore capopartito che in realtà il premier Conte aveva lanciato un messaggio – peraltro molto chiaro anche a noi – a Renzi dicendogli dimmi che cosa vuoi fare, così da poter proseguire l’azione di governo con una forza politica in più che ci sostiene. Giannino è sempre un valore aggiunto.
Così, impegnato a rimestare nel torbido renziano – perché il Matteo fiorentino va distrutto sul nascere – il direttore capopartito Giannini dimenticava di commentare l’incommentabile approdo di Beatrice Lorenzin al PD, approdo che avviene dopo la militanza in ben sei partiti politici differenti e che, a proposito di aborti centristi, dovrebbe valere ben più di una battuta da bar detta via radio.
Lorenzin dal 1996 ha cambiato casacca sei volte ed è oggi donna di sinistra [sic] dopo essere stata berlusconiana convinta.
Variegata la composizione politica dei cambiacasacca lorenziniani: nel 1996 è con Forza Italia, Movimento Giovani Lazio, dal 1997 è consigliera comunale Roma, XIII municipio, Forza Italia; viene eletta Onorevole nel 2008, col Popolo delle LIbertà (le loro), poi nel 2013 entra nel Nuovo Centrodestra con Alfano quindi, tramontato l’Alfano, nel 2014 si candida alle Europee con il Nuovo Centrodestra – Unione di Centro. Non le va benissimo. Così nel 2017 diventa convinta sostenitrice di Alternativa Popolare e poi di Civica Popolare, in appoggio al Pd Renzi. Nell’ultimo scorcio del 2019 salta il fosso e diventa PD. Quando e se canterà Bandiera Rossa non ce l’ha ancora fatto sapere, ma non sarà certo un segreto.
Del resto il trasformismo incommentabile di Lorenzin è lo stesso che caratterizza anche il buon Giannini e molti suoi colleghi del giornalismo che spiega la politica agli incolti del popolino ritenuti bisognosi di spiegazioni sul perché e il percome della politica, e di traduzioni sempre troppo libere, quando non infedeli, di dichiarazioni che dicono proprio quello che dicono e non ciò che loro vorrebbero…
Insomma molto meglio prendersela con Renzi. E più facile ed è un bersaglio chiaro.
(20 settembre 2019)
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