di Redazione #Interessa twitter@gaiaitaliacom #maiconsalvini
Si tratta di una notizia che non giunge inaspettata, perché se ne aveva il sospetto. Seppur vago. Seppur lontano. Si aveva la sensazione, per così dire, che sotto le azioni moderate, umili, lontane dai riflettori, farcite di una pur vaga e leggermente puzzolente umanità stantìa come l’odore di una camera mortuaria del citato, ci potesse essere la possibilità che qualcuno lontanamente sospettasse che l’ex ministro dell’Interno e presto ex segretario della Lega si fosse montato leggermente la testa.
Ciò che stupisce è che a dare la notizia, inaspettata, ferale, da incubo notturno, sia Alessandro Di Battista, un uomo che è una supponenza, il quale scagliossi verbalmente con la delicatezza che gli è propria contro l’ex onnipotente vice di Giuseppe Conte ora all’opposizione dopo avere presentato una mozione di sfiducia al governo di cui era vicepremier e ministro dell’Interno, ritirata dopo le dimissioni del governo contro il quale aveva presentato una mozione di sfiducia essendone vicepremier e ministro dell’Interno.
Insomma aveva sfiduciato se stesso e ora dà la colpa a Mattarella e grida allo scandalo.
Dunque Alessandro Di Battista, dopo avere raccontato di essere in contatto “diretto e personale con potenti esponenti leghisti che in privato direbbero cose agghiaccianti di Salvini”, ne ha parlato – di Salvini – come di uno che si è rovinato da solo intervistato ai microfoni di “Dritto e Rovescio”, il talk show condotto da Paolo Del Debbio per Retequattro.
Poi Di Battista ha offerto un obbligato tributo a Beppe Grillo del quale ha detto che “senza di lui” non avrebbe mai fatto le esperienze che ha fatto e grazie a lui, o a causa di Grillo oggi Di Battista può permettersi di perpetrare la cultura e la lingua italiana scrivendo libri. Poi parla di sé come scrittore dicendo che pubblica “non certo perché sia diventato Hemingway” della quale cosa aveva un sospetto più che fondato. Eccola la falsa umiltà di chi taccia gli altri di essersi “montati la testa”. Fresca, pronta e servita sul piatto d’argento del nulla eletto a mito.
E questa è una delle cose che a Beppe Grillo non potranno essere perdonate mai.
(13 settembre 2019)
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