di Giovanna Di Rosa #Saviano twitter@gaiaitaliacom #Censura
C’è un festival a L’Aquila. Un bel festival. Si chiama Festival degli Incontri. Ci voleva un sindaco di Fratelli d’Italia, maestri del vivere civile e delle espressioni sobrie, per trasformarlo nel Festival degli Scontri. Il festival è interamente finanziato dal ministero del Beni Culturali con 700mila euro, miinistero dei Beni Culturali che non è a guida Fratelli d’Italia e anche qualora lo fosse… Il problema?
Il problema sono due: e si chiamano Roberto Saviano e Zerocalcare che il Sindaco dell’armonia Pierluigi Biondi (foto) non vuole a L’Aquila, non vuole nel festival, non vuole vedere in città, rivendicando il suo “Visto che i soldi per il decennale del terremoto li gestisce il Comune, che poi li eroga all’Istituzione sinfonica, il programma degli eventi deve essere concordato con il Comune” che evidentemente deve avere diritto di veto, ma pare che sui verbali di collaborazione questo aspetto non ci sia. Insomma la cultura veterofascista del censurare ciò che è sgradito, anche nei nuovi democratici del saluto romano post litteram, che tutto sono fuorché neofascisti, i neofascisti stanno tutti a sinistra [sic], si perpetua anche nei pochi rappresentanti cittadini del partito di Donna Meloni dal verbo soave.
In poche parole il Sindaco censore ha manifestato l’intenzione di voler condizionare il supporto operativo del Comune all’esclusione dalla manifestazione di Roberto Saviano e Zerocalcare, pericolosi terroristi intellettuali che potrebbero ricordare al pubblico che Fratelli d’Italia ha votato tutte le leggi che oggi grida a squarciagola di voler cambiare o ricordare, nelc aso di Saviano, che il Matteo Salvini che i fratellitalioti difendono a spada tratta voleva ritirargli la scorta nonostante persistano le minacce mafiose di ucciderlo. Così meglio chiedere – imporre! – che al posto dei pericolosi terroristi di cui sopra siano inseriti nomi alla del Sindaco augustissima persona graditi.
Così si esercita la democrazia, in casa Fratelli d’Italia, quelli che ci piacciono vanno bene. Tutti gli altri raus!
(12 settembre 2019)
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