di Giovanna Di Rosa #Politica twitter@gaiaitaliacom #Interni
Matteo Salvini, impegnato per funghi in Trentino Alto Adige, non si è presentato al passaggio di consegne con la nuova ministra Luciana Lamorgese. Va detto, perché ciò che è vero è vero, è che nemmeno Minniti si era presenato al passaggio di consegne con Salvini: dev’essere il Viminale che fa male a chi ne esce. Marco Minniti però non ha avuto nessuna parola di disprezzo, né di apprezzamento, per il suo successore. E’ ciò che fanno le persone intelligenti.
Vittorio Feltri, con le coloriture che gli sono proprie e che sono difficilmente condivisibili nello stile, pur essendo perfettamente calzanti nella sostanza, ha stigmatizzato la scelta di Salvini [sic] con un commento che trovate ovunque e non ripeteremo qui. Commenti coloriti così avrebbero, secondo noi, abbondantemente fatto il loro tempo. Ri-sdoganare la volgarità berlusconista che è la vera madre di tutti i casini odierni ci sembra inopportuno, autolesionista, inadatto ed è in ultima analisi, innecessario, perché il clima è già sufficientemente invelenito e gli italiani già sufficientemente gonfi di rabbia grazie a commenti, battute, ed espressioni volutamente violente e divisorie.
Non abbiamo, ci è noto, nessuna ragione per gioire di un nuovo governo che come il precedente non ci piace e che non rappresenta il nuovo. Riteniamo l’ingresso di LeU nella compagine di governo, con Speranza omen nomen, un errore politico – ben altra cosa sarebbe stata avere in un ruolo importante Laura Boldrini – ma sentiamo il bisogno di pacificazione: basta grida, basta indicare colpevoli, basta puntare il dito alla Berlusconi con le sue corazzate quotidiane di civil servant, basta con i tweet millantatori dell’ex Sig. Ministro già Decaduto, basta con le grida quotidiana contro i più deboli – e poi parla di governo del Popolo!, ci faccia il piacere – basta con le divisioni a casa nostra per dominare casa nostra, basta con i capipopolo alla Berlusconi, alla Renzi, alla salvini, alla Di Maio, alla Di Battista. Questo paese ha bisogno di intelligenze e di azioni precise.
E basta, permettetecelo, con i giornalisti prezzolati e proni che dicono ciò che ritengono voglia leggere il capo di turno. la stampa dev’essere attenta e soprattutto d’opposizione. Sempre. Perché è opponendosi che si riflette. Un principio al quale noi non verremo mai meno. E voi dovete essere lì a ricordarcelo.
(06 settembre 2019)
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