di Giovanna Di Rosa #Politica twitter@gaiaitaliacom #Governo
Ricorderete, la notizia era del 25 agosto scorso, che Il senatore pentastellato e grande giornalista Gianluigi Paragone aveva detto che nel caso di un “governo M5S/PD” si sarebbe dovuto “guardare allo specchio” e nel caso di pioggia “aprirà l’ombrello”, insomma trarre le dovute conseguenze e rinunciare alla poltrona (certo… sicuro… sì, sì…) e tornare a fare il giornalista, perché lui appartiene a quella categoria lì, al di là dei risultati e delle opinioni di chi lo guarda. Per pochi che siano.
Lo scriveva l’ADN Kronos citando un’intervista del grande statista. secondo forse solo a Di Maio, rilasciata al Corriere della Sera dove il Sen. Paragone spiegava che nel caso malaugurato di un accordo che avesse portato al Governo che giurato questa mattina sarebbe tornato a “fare il giornalista” perché non può accettare di essere “votato dalla Boschi” e auspicava, nello stesso tempo, forse a beneficio del suo ritorno futuro in televisione, un ritorno del M5S tra le braccia di Salvini.
La faccenda non è proprio andata così e con il tramonto di Salvini, con conseguente caduta nei sondaggi, avviso di Garanzia per diffamazione, faccende di rubli presunti mai chiarite, anche per la Rai sovranista con le conduttrici rosario al collo, le cose si metteranno diversamente da come Paragone potrebbe aver pensato.
Dunque ci chiedevamo, e ci permetteremmo di chiederlo anche a lui, se dovremo continuare noi cittadini a pagargli lo stipendio a Palazzo Madama come Senatore senza vederlo troppo spesso o avremo la doppia (s)ventura di pagarlo – perché sempre soldi nostri sono, vale ricordarlo – come giornalista in tivù con l’unica opzione di cambiare canale, continuando a pagarlo – perché son sempre soldi nostri, cale ricordarlo.
Quasi quasi sarebbe preferibile stesse in Senato. Almeno non lo vedremmo in tv.
Naturalmente la decisione, quella che sembrava già presa con squilli di tromba, rulli di tamburi, schitarrate ed interviste come se si fosse importanti, non è ancora stata presa né comunicata. Un peccato. Non aspettavamo altro.
(05 settembre 2019)
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