di E.T.
Jovanotti, da tempo nell’occhio del ciclone per il suo tour sulle spiagge che doveva essere ecologico e rispettoso dell’ambiente – l’industria della musica e dei concerti, come quella del cinema, hanno un impatto ambientale potentissimo, ma questa è un’altra storia – è esploso in tutto il suo livore adolescenziale, rancoroso ed egoriferito con un lunghissimo post su Facebook che denuncia una sola cosa, e lo fa con grande chiarezza: Jovanotti non sa scrivere. Ed è così convinto di essere una simildivinità da non poter sopportare che qualcuno, che magari ne sa più di lui, metta in discussione una iniziativa che doveva essere ecologica ed ambientale [sic] fatta con la collaborazione del WWF; che doveva richiamare l’attenzione sulla sensibilità di Jovanotti per l’ambiente non sull’ambiente stesso, perché l’artista – anche quando non è un artista come in questo caso – vuole gli occhi su di sé. Anche quando dice di sensibilizzare, con peculiare pronuncia, sull’ambiente.
Non ho nessuna stima di Jovanotti, non ce l’ho perché l’unico talento che ha è quello di essere riuscito a coprire il suo non avere nessun talento grazie al saper intuire chi doveva lavorare con lui. I suoi testi sono adolescenziali anche oltre i cinquant’anni, non dicono nulla e quel nulla lo dicono male. Odora presunzione from miles away e si sente engagé post litteram: cioè troppo tardi. E’ fuori tempo. E non è quel pacioccone sorridente che vuole farci credere di essere. Si percepisce dal post su Facebook, furioso. Perché è furioso? E’ semplice: perché credeva di avere messo in piedi un’operazione straordinaria che lo avrebbe consacrato come nuovo alfiere dell’ambientalismo, si aspettava il “grande Jovanotti che pensa all’ambiente”, ma invece è stato giustamente contestato per un’operazione sbagliata, individualista, opportunistica, antiambientalista, cieca. In ultima analisi, inutile. Come la sua musica della quale non rimarrà nemmeno il ricordo.
Ne dice di tutti i colori Jovanotti. Soprattutto lo dice male.
… un delirio nei social, una miriade di cazzate sparate a vanvera da chiunque, una corsa al like facile da parte di sigle e siglette che hanno approfittato ogni giorno della visibilità offerta da un nome popolare e da un grande evento per cavalcare l’onda, mettersi in mostra, inventare palle, produrre prove false che nessuno mai verificherà perché la rete è così. Addirittura “Lega ambiente” e “Ente Nazionale Protezione Animali” recentemente sono cascate in una trappola tesa loro dai mitomani che se non fossero pericolosi farebbero anche ridere (sono emerse storie che superano sceneggiature di commedie grottesche).
Jovanotti farebbe bene a girare a sé stesso il post che ha scritto e leggerlo e rileggerlo e rileggerlo ancora, poi magari farebbe bene anche a riscriverlo, ma dubitiamo fortemente che ne verrebbe fuori qualcosa di meglio, perché lui sta facendo lo stesso: usa un nome popolare, il suo; un grande evento per cavalcare l’onda, mettersi in mostra: il suo…
“Lega Ambiente” e “Ente Nazionale Protezione Animali” non sono cascate in nessuna trappola, hanno semplicemente evidenziate criticità rispetto all’ambiente circostante – formate da esseri viventi, Signor Cherubini, che se sono viventi hanno un senso all’interno del creato. Tocca dirlo a Lei che è anche esperto massimalista di tutte le religioni e Profeta dell’Armonia tra tutte le cose. Se quelle cose viventi non avessero un senso in quell’ambiente non ci starebbero, Lei che è tuttologo, oltre che genio, lo sa meglio di noi. Ergo le associazioni cascate nella trappola da mitomani – che è la stessa nella quale è cascato Lei, ma Lei è allo stesso tempo vittima della mitomania, la Sua, e di quella altrui, quando si dice la sfiga – hanno, magari coi mezzi sbagliati, richiamato l’attenzione sulla questione.
Proprio come ha fatto Lei.
Anche Lei, Signor Cherubini, mosso dall’ego spropositato con il quale si trova a dover convivere (e non la invidio) ha pensato ingenuamente ed in maniera del tutto adolescenziale che per il solo fatto di organizzare un tour presuntamente e presuntuosamente ambientalista di qua e di là per spiagge, sarebbe passato alla storia come salvatore dell’ambiente. Lei non è nemmeno salvatore della lingua italiana che non usa, ma perpetra… Ci stupiamo pretenda di essere altro. C’è un seggio del M5S pronto per Lei. Ne approfitti. Nel frattempo rifletta. Perché è stata la sua scelta ad essere sbagliata. Ed il suo tour, dal punto di vista dell’obbiettivo che lei aveva, è stato un fallimento. Non dal punto di vista dei numeri, del pubblico, del successo, degli applausi, delle ovazioni – se le piglia anche Di Maio le ovazioni, non ci vuole granché per essere osannati al giorno d’oggi: è stato un fallimento per Lei, Signor Cherubini, per i sogni che ci aveva imbastito sopra.
Per questo è verde di rabbia Jovanotti. E scrive schiumando con divertenti refusi:
… hanno scritto che abbiamo abbattutto alberi, strerminato colonie di uccelli, spianato dune incontaminate, costruito eliporti (eliporti!!!!!), disorientato fenicotteri, prosciugato stagni, gettato napalm sulle piantagioni di canna da zucchero del sud-est asiatico, trivellato il mare, assoldato mercenari, mostrato ascelle a gente che non gradisce certe sconcerie (soprattutto non gradisce la ascelle), sudato troppo, goduto troppo, ballato troppo, cantato troppo, disturbando sia Don Camillo che Peppone…
e scomoda Guareschi, dal quale avrebbe tanto da imparare.
Insomma Jovanotti è furioso con sé stesso e se la prende col mondo. Succede a tutti. Il palco ti fa sentire onnipotente, il successo ti inebria, sei sempre quella della sua moto, del ciao mamma, dell’ombelico del mondo e noi stiamo già ballando – versi indimenticabili! – poi il resto è cronaca.
Lui è sempre quello per il quale esiste “solo una grande chiesa” che va “da Che Guevara” (un assassino in nome della rivoluzione della Castro spa) per arrivare a “Madre Teresa”. Si poteva fermare lì. Ma ha creduto di valere qualcosa.
E così quando impazzisci per un nonnulla, ti saltano i nervi, e scrivi furiosamente tutto quello che ti viene in mente perché dell’ambiente, lo ribadisci, ma non te ne rendi conto, in effetti ti interessava poco. Perché tu in effetti, ti senti un santone – addirittura sposi 17 coppie, annamo bbene – con cose da dire. E da dire non hai nulla. E quel nulla è tutto finto.
Tu volevi vincere. E hai perso: con un’idea sbagliata, con un tour vincente ed un finale da social che accusa chi si è infuriato sui social dopo avere accusato chi scrive sui social. Più che adolescenziale, patetico. E’ Jovanotti che getta la maschera. Perché anche le formiche, nel loro piccolo, si incazzano.
(03 settembre 2019)
©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)