di Giancarlo Grassi #Politica twitter@gaiaitaliacom #Pentaleghismo
Era il 23 agosto 2018 quando il deputato leghista Giuseppe Bellachioma annunciava soavemente ai magistrati il suo “Se toccate il capitano vi veniamo a prendere sotto casa! Occhio!!!”, dalla sua pagina Facebook. Il post scompariva poi velocemente, ma ne rimaneva traccia sul suo profilo personale. L’ANM giustamente trasecolava poi anche questa faccenduola, come troppe altre, passava sotto silenzio e non se ne parlava più.
Ma la Lega alzava il tiro ed il ministro dell’Interno grazie al suo staff all’arrembaggio dei social, pagati con soldi pubblici, proponeva quotidianamente la sua dose d’odio divisivo ed il paese ci cascava, non nella sua maggioranza e, presumibilmente, perché esasperato da una classe politica altra alla Lega che francamente non ispira nessuna fiducia e che sembra più rivolta all’interno delle strutture di partito che all’esterno. La propaganda salviniana se la prendeva coi migranti, con le donne, faceva uso di tutti i santi conosciuti – occhio! lui ci crede e questo è il problema più serio – con chi rivestiva cariche prima di lui, con i suoi sodali por tempore di partito, con i ministri del M5S, col presidente del Consiglio; la Corte dei Conti apriva un’indagine sull’uso di voli di stato per iniziative non istituzionali, poi la faccenda del prima i rubli, altro che prima gli italiani, i 49 milioni da restituire in 79 anni, insomma tutto il meglio. E i sondaggi davano Salvini – non la Lega, signore e signori, Salvini – in crescita. Poi lui decide, accecato dal miraggio del 40% e dal risultato delle Europee (dev’essere un problema dei Matteo, diciamo così) di far saltare i giochi. Cade il Governo, poi lui si pente e lo rivuole uguale uguale a prima. Per stringersi nel grande abbraccio tra maschiacci M5S-Lega. Perché, diciamocelo, dove lo trova un altro come Di Maio che gliele darà tutte vinte pur di non perdere la poltrona?
Nel frattempo La Guerra dei Cloni era partita e candidati similsalviniani nella boria e nell’incompetenza nascevano su tutto il territorio e venivano eletti: c’era anche un sindaco imbarazzante che di fronte alla chiusura di un’azienda non trovava di meglio da dire, in un incontro ufficiale, di mandare gli operai licenziati a lavorare in Russia (perché i danni fatti dal comunismo sono visibili nella Lega, altro che PD). A Gallarate un altro Sindaco accusava un tunisino di avere incendiato una macchina perché “si annoiava”, peccato che il tunisino fosse il proprietario dell’auto bruciata da un italiano insano di mente; tutto mentre il capo si faceva fotografare tra mojito e tette sulla riviera adriatica in una località devastata da una tromba d’aria alla quale il suo governo negherà qualche giorno dopo lo stato di calamità. Ci sono quindi i consueti attacchi alle coppie dello stesso sesso, ai loro figli, alle persone omosessuali accostate come d’abitudine ai pedofili, che vengono amplificate da compagni di partito del Capitano che nessuno deve toccare. Il punto è che nessuno dovrebbe toccare nessuno, ma è un particolare che sfugge.
Nel frattempo i migranti sono diventati carne da macello, l’odio fluisce liberamente dagli intestini degli Italiani alle loro pagine social, alle conversazioni da bar, ai dialoghi famigliari mentre bambini di cinque anni prendono a calci i genitori e rispondono loro vaffanculo (nessun africano si permetterebbe di fare questo con una persona più adulta di lui) e i delinquenti hanno un solo coloro anche se le statistiche, del Ministero degli Interni!, danno i reati commessi da stranieri in calo. Si fa la guerra alle ONG per visibilità sui mass media e si nascondono gli sbarchi quotidiani, vengono definiti invisibili, a Lampedusa. Il Sindaco dell’isola ne parla quotidianamente, ma nessuno lo ascolta.
Poi l’onnipotente tramonta e cerca di recuperare come può: il risultato è quello di creare ancora più confusione di prima; anche Zingaretti si traveste da statista (e ci vuol coraggio!) e si cerca l’impossibile. Hanno distrutto un paese ed ora non sanno come ricostruirlo e pensano di sostituire gli atti politici dovuti- chiamiamoli responsabilità – con il loro ego. E’ il frutto dell’amore tutto leghista per la pace sociale, contagioso come il più virulento dei malanni. E, apparentemente, incurabile.
Il passato è fatto di condanne, banche fallite, quotidiani chiusi, radio vendute e sempre in affanno economico, famiglie che si sono mantenute coi soldi pubblici, processi e disonestà, odio verso i meridionali – i primi a cascare nella trappola del nuovo [sic] corso.
Occorre rifondare un antidoto.
(26 agosto 2019)
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