di Giovanna Di Rosa #Politica twitter@gaiaitaliacom #CrisidiGoverno
Mentre la crisi di governo è stata aperta formalmente dal ministro dell’Interno il quale sarà quell’entità istituzionale che gestirà le elezioni, ma non è stata ancora aperta nei fatti: Conte non è salito al Quirinale, non c’è stata la seduta parlamentare nella quale la Lega abbia sfiduciato il governo secondo regolamento, non è stato dato il via al tran tran della ricerca di una maggioranza alternativa come da Costituzione, ed il Tribuno urlatore ha già iniziato la campagna elettorale, panza al vento, sulle spiagge, i protagonisti di questa triste storia di democrazia allo svacco tacciono un particolare.
Si tratta di una cosa da nulla: entro il 15 ottobre l’Italia deve presentare il Def, documento economico finanziario, in mancanza della quale presentazione scatteranno le clausole di salvaguardia una delle quali prevede l’aumento dell’IVA al 25%. E’ certo che gli elettori di M5S e Lega non hanno idea di cosa significhi e nemmeno gli importa, ma alle aziende importa eccome. Così come importerà agli Italiani tutti, quei sessanta milioni di figli di Salvini, che improvvisamente pagheranno tutto di più. Tutto, anche il materiale per nettarsi lo strumento che hanno usato per votare.
Naturalmente della cosa non si parla, o se ne parla poco, o se ne parla immaginando futuri scenari sul come evitarla. Nel frattempo lo spread sale a 230 punti, qualche miliardo in più al mese d’interessi cosa volete che sia per chi pensa in rubli, i media genuflessi al nuovo duce non sanno che pesci pigliare, le aziende sono in preda al panico e Salvini già invoca il voto, mentre è ancora ministro dell’Interno e vicepresidente del governo al quale ha staccato la spina.
Se a voi sembra che questa roba sia normale…
(9 agosto 2019)
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