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Cosa cambierà dopo l’approvazione del “Decreto sicurezza-bis”?

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di Diego Romeo #primalumanità twitter@gaiaitaliacom #Politica

 

Il 25 luglio scorso è stato approvato dalla Camera dei Deputati il famoso, quanto discusso, Decreto sicurezza-bis. Un decreto che ha spaccato in due l’opinione pubblica ma anche la maggioranza di governo, visto che la sua approvazione ha evidenziato una spaccatura nella coalizione pentaleghista molto più profonda di quello che si pensi o che si voglia ammettere.

Infatti, il primo passo del governo per far passare la votazione è stato quello di presentarlo alla Camera dei Deputati con la fiducia (confermata mercoledì con 325 sì e 248 no). Una forzatura richiesta da parte dei leghisti che per l’ennesima volta hanno imposto al Movimento 5 stelle di abiurare uno dei loro pilastri etici, ovvero quello di far votare le leggi con la fiducia. Chiaramente la cosa ha sollevato molti malcontenti in casa dei grillini. I malumori, però, non sono stati solo della “base”, ma questa volta hanno interessato anche parlamentari, infatti ben 17 deputati dei 5 Stelle hanno preferito non presentarsi alle votazioni. Ma l’atto di protesta più eclatante è stato fatto sicuramente del Presidente della Camera, Roberto Fico, il quale ha abbandonato l’emiciclo all’atto della votazione.

Chiaramente tutti questi dissidi interni non hanno fermato l’approvazione del decreto, che alla fine è passato con un ampio margine alla Camera. Più precisamente il decreto è stato approvato con 322 voti favorevoli, 90 contrari e un’astensione: la deputata pentastellata Doriana Sarli.

Questo malcontento è stato così grande che alcuni hanno anche ipotizzato un riavvicinamento fra l’ala di sinistra dei 5 Stelle, guidati da Roberto Fico, e il PD. Ma fantapolitica a parte questo nuovo decreto, o meglio l’ampliamento di quello già varato in precedenza, sembra essere un vero e proprio atto di guerra verso le ONG che operano nel mediterraneo.

Il nocciolo del decreto, infatti, prevedrebbe la modifica di alcuni articoli del codice della navigazione. Queste modifiche (presenti nell’art. 2 del Decreto) trasferiscono nelle mani del Ministro degli Interni il potere di “limitare o vietare il transito e la sosta di navi mercantili o unità da diporto o di pesca nel mare territoriale per motivi di ordine e sicurezza pubblica e comunque in caso di violazione del tratto di “Montenegro Bay”. Nonché l’applicazione di una multa, che va dai 10 mila ai 50 mila euro, per i capitani dei natanti che non rispettano le direttevi imposte dal Ministro degli Interni. Detta multa, inoltre, sarà applicata al proprietario dell’imbarcazione, ovvero all’armatore che l’ha costruita in caso il capitano non possa pagare.

Chiaramente il suddetto potere è puramente discrezionale, e diretto alla propaganda mediatica,  pensato solo per impedire o limitare le operazioni di soccorso di migranti al largo delle coste italiane. Questo perché non solo impedirà di fatto di portare i naufraghi nel porto più vicino se questi si trova in Italia (infrangendo palesemente il diritto nautico), ma soprattutto metterà in enorme difficoltà le imbarcazioni che si troveranno a soccorrere i naufraghi all’interno delle acque di giurisdizione italiana.

Quello che ora ci sarebbe da chiederci è: ma tutto questo accanimento verso le ONG è veramente utile per contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina? Ma soprattutto veramente sarà un deterrente efficacie verso quei disperati che decidono di intraprendere il “viaggio della speranza” per mettere al sicuro loro e i loro cari?

Ai posteri l’ardua sentenza!

 

 

 

(26 luglio 2019)

©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

 

 

 

 




 

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