di Daniele Santi #Firenze twitter@firenzenewsgaia #Lopinione
E’ con il sarcasmo che il presidente della Toscana Rossi, quello eletto con i voti del PD che fuoriesce dal PD ma non molla la poltrona – per responsabilità, naturalmente, perché sennò si tornava al voto e vediamo se ti rieleggono – risponde all’apertura del presidente del Consiglio sull’autonomia delle Regioni: “Che un governo quasi morto non riesca a rompere l’unità del Paese…” e via ridacchiando.
Sarebbe interessante che Rossi spiegasse, senza sarcasmo, ammesso che ne sia capace, dove vedere la rottura dell’unità del paese in una misura che accogliesse elementi che in Costituzione ci sono già e che avevano previsto i suoi vecchi amici del PCI negli anni ’70: vuoi vedere che vuole mettersi di traverso rispetto a Bonacini?
Sarcasmando Rossi evita di dire cose che non può dire, evita di dare opinioni che non ha, evita di parlare di cose che si potrebbero fare altrimenti perché idee poche e confuse. Poi l’unica certezza: “Se con l’autonomia venissero lesi i diritti della Toscana, noi siamo pronti a fare ricorso alla Corte Costituzionale”. Non dice come potrebbero essere lesi di ritti della Toscana, non dice in che meno, non dice attraverso quale questione costituzionale, non dice nulla. Annuncia che si metterà di traverso.
Probabilmente per visibilità.
(22 luglio 2019)
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