di E.T. #Politica twitter@gaiaitaliacom #DirittiUmani
Oggi l’Italia ha scoperto che vuole giustizia: e la vuole contro una donna colpevole di avere salvato 42 vite a qualsiasi costo. La vuole secondo i dettami del tribuno firmatario di un accordo politico con un capo di stato che ha dichiarato in soldoni che le libertà individuali come le ha conosciute l’Occidente sono finite, in un’intervista che è niente di meno che una dichiarazione di guerra all’Occidente come lo conosciamo. E sancisce la nascita ufficiale delle democrazie illiberali come programma politico da esportare. Con qualsiasi mezzo…
La distrazione di massa è prontamente servita e ha un nome e cognome: si chiama Carola Rackete, è la comandante della Sea Watch ed è finalmente, tra le grida di giubilo del Tribuno Sovranista, agli arresti domiciliari per avere salvato 42 vite in sfregio alle leggi che lasciano annegare gli esseri umani per fare grande un ometto. Rackete, che in tedesco vuol dire vendetta guarda un po’, è l’inizio della fine di tutto ciò che è stato fino ad oggi e di come lo abbiamo conosciuto.
L’Italia del nero pentaleghismo che esultava sui social inneggiando alla violenza sessuale dei negri ai danni della Comandante – che tutto parta da quella che chiamano invidia del pene, che sia proprio tutta un questione di misure vere o presunte? – ha definitivamente gettato la maschera: vogliono la ghigliottina, vogliono il sangue, vogliono vedere il nemico (che importa quale sia il nemico, ce n’è sempre uno e se non c’è il Capo glielo trova) per placare la loro rabbia infantile ed incotrollabile che nasce dalla consapevolezza di essere il nulla che sono e di non avere nemmeno i coglioni per diventare qualcuno diretti dal sovrano che ha sempre bisogno di un popolo che lo segua e che scatti ai suoi ordini.
A questo popolo di sanguinari forcaioli non importa nulla dell’economia, del lavoro, del denaro, dell’euro, della lira, della politica, dell’Italia: tutto ciò che vogliono è la libertà di odiare, insultare, indicare il patibolo.
E questa è, in parole povere, la prova provata del progetto che sta alla base del delirante pericolosissimo discorso del capo di stato che ha dichiarato in soldoni che le libertà individuali come le ha conosciute l’Occidente sono finite, e che con il Tribuno ha firmato un accordo politico.
(29 giugno 2019)
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