di Giancarlo Grassi #Politica twitter@milanonewsgaia #Lopinione
In una intervista a l’Espresso il sindaco di Milano Beppe Sala non le manda a dire. Ed era ora che cominciassero a spuntare nella politica italiana che dicono quel che c’è da dire quando va detto. Per il resto dell’intervista, e l’articolo che l’accompagna, vi rimandiamo al link in alto. Prendiamo in prestito soltanto un’affermazione di Sala che ci sembra la più interessante.
O il Pd riesce a cambiare rapidamente pelle e a presentarsi come un partito più moderno che affronta seriamente i temi più sensibili, dall’ambiente alla giustizia sociale, oppure ci penserà qualcun altro».
Quel qualcuno ci sta probabilmente già pensando. Anche a noi, anche a me e lo sto scrivendo su queste pagine da tempo, viene da dire che il PD così come è strutturato è un partito che ha fatto il suo tempo e che non è più in grado di fare ciò che deve fare. Che è fare politica, a livello nazionale, una politica che non sia arginare, ma trascinare. Ciò che Salvini ha capito, che aveva capito Matteo Renzi, e che Zingaretti dalema guidato non riesce nemmeno ad immaginare.
Se il PD a livello locale continua a governare in modo egregio, cosa che ad esempio il M5S e la destra che fa capo a Forza Italia non riescono a fare e che invece fanno assai bene le amministrazioni leghiste, e parlo del governo non dell’idea politica – la Lega non è tutta salviniana, vale la pena ricordarlo – a livello nazionale è incapace di proporsi come una reale alternativa all’attuale strapotere salviniano: chi volete che voti gente come Speranza, Orlando, Bersani e tutti i catafalchi che il PD continua a mantenere al suo interno, nonostante alcuni di essi abbiano fatto un scissione dicano di stare fuori; chi volete che presti attenzioni ad un partito che anziché proporre è perennemente immobile perché paralizzato dagli scontri tra gli ex PCI-PDS-DS e gli ex DC-PP-Margherita?
In Italia serve una forza liberal-democraticosociale che non esiste e che va fondata con linguaggi nuovi, obbiettivi certi, e un’attenzione sconosciuta al futuro inteso come cambiamento profondo di tutto ciò che è stato fatto fino ad ora e che non siano il vuoto, l’ignoranza, il terrapiattismo, l’antiscienza, il catastrofismo e l’odio sociale che sono stati il veicolo sul quale i neofascisti si sono visti servire il potere su un piatto d’argento.
E non è certo il PD di oggi, non era il PD di Renzi non sarà quello di Zingaretti, ad operare questo cambiamento. L’intervista di Sala è molto interessante e non è frutto dell’ubriacatura post vittoria Milano-Cortina 2026 è una proposta politica precisa che parte da una riflessione. In un mondo in cui si ragiona con la pancia è comunque un passo avanti.
(28 giugno 2019)
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