di G.G. #Lopinione twitter@genovanewsgaia #PonteMorandi
L’evento è ghiotto e mediaticamente succoso e deve far dimenticare il pessimo selfie del segretario della Lega a cadaveri ancora caldi, subito dopo la tragedia di Ponte Morandi. La data prevista – ancora non ufficiale – è quella del 28 giugno, e speriamo che il sindaco Bucci non ne approfitti per lamentarsi di nuovo per il mancato invito al Gay Pride – al quale poi si presenta da solo.
La demolizione con esplosivo (nella foto di Repubblica vedete le cariche già sistemate) prevede anche un minuzioso piano di evacuazione al quale la Prefetta Fiamma Spena ha già dato l’ok e che prevede misure tutte già diventate ufficialmente operative: evacuazione dalle 6 del giorno dell’esplosione, per 3171 abitanti. Servizio navette Amt per accompagnare le persone ai punti di raccolta. Per chi abita tra i 300 e i 400 metri dall’esplosione, la prescrizione è di stare al chiuso, dalle 8 alle 15. Protezione civile del Comune, con il supporto della Protezione civile regionale e nazionale, a disposizione.
L’occasione della demolizione sarà anche il momento della grande festa sovranista o della propaganda che porterà a Genova tutti i tromboni ministeriali possibili, portaborse, segretari e segretarini, gaudenti di fronte a tanti flash, con sospensione degli esami di maturità annessi, sarà l’ennesima danza della politica su qualche cadavere di Genova e – riteniamo – ai genovesi gireranno di nuovo le palle. Ci penserà l’onnipotente pro tempore Matteo Salvini – sic transit gloria mundi – a placare gli animi con qualche divagazione sui negher e sui migranti e probabilmente anche su Matteo Renzi che non guasta mai. E magari ci crederanno anche stavolta…
(20 giugno 2019)
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