di Daniele Santi #M5S twitter@gaiaitaliacom #Politica
L’indebolimento di Luigino Di Maio dopo le elezioni Europee che hanno visto dimezzati i voti del M5S e raddoppiare quelli della Lega in un gioco del travaso che è facile intuire per tutti, ma non per il vicepresidente del Consiglio e ministro del Lavoro, ha dato il via al gioco delle reginette che reclamano lo scettro anche all’interno del M5S. Perché per quanto si sentano divini rimangono miseramente umani.
Scrive il quotidiano Linkiesta di maneggi da parte del presidente della Camera Roberto Fico, un altro condannato all’invisibilità che dopo essere stato l’invisibile presidente della Commissione di vigilanza Rai è diventato l’invisibile terza carica dello Stato, per logorare ulteriorimente Luigi Di Maio capetto decaduto, a capo di un ministero che non ne imbrocca una e ormai completamente prono a Matteo Salvini che con le intenzioni di voto che volano, più il risultato delle Europee dalla sua, fa quello che gli pare. E non crediamo sia un bene…
Secondo Linkiesta la sopportazione di Roberto Fico è al limite (figuratevi quella degli Italiani) e ci sarebbero indizi da fonti parlamentari di una sua voglia non più reprimibile di far fuori politicamente Luigi Di Maio, il che la dice lunga sull’acume politico di Fico visto che il suo diretto concorrente (ma non erano tutti amici, amiconi, amichissimi?) sa farsi fuori perfettamente da solo.
Così dopo la triste storia dell’Edison di Pomigliano, la “primina” e il Che Guevara della mutua, o della triste storia delle infantili diatribe tra il rivoluzionario del Raccordo Anulare e lo statista del Vesuvio, eccolo di nuovo protagonista, il M5S dei coltelli, con le sue inutili e patetiche dinamiche interne.
Di politica e di governo nemmeno a parlarne. E gli italiani stanno a guardare. Pagheremo, pagheranno, un prezzo altissimo per questa sonno indotto della ragione che ha colpito il paese.
(19 giugno 2019)
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