
di Redazione #Pentaleghismo twitter@gaiaitaliacom #Grillismo
La notizia che l’editore Fazi avrebbe dato incarico a Di Battista per la cura di una nuova collana letteraria è incommentabile e getta nello sconforto gli operatori culturali che fanno cultura seriamente in questa città, ma questa è l’aria che tira. Non che politicamente vada meglio. Come se non bastasse la battaglia tra lillipuziani della nuova segreteria del PD con quelli della vecchia, ecco ci alla scannatoio tra i gemelli geniali [sic] del M5S.
Così dal buon Di Battista veniamo a sapere che Luigi Di Maio ha fatto la primina, cioè ha anticipato di un anno la sua prima elementare, forse per dire che abbiamo a che fare con un genio, come se non lo si vedesse dalle sue azioni quotidiane e dai suoi discorsi infarciti di nulla. Di Battista però non si ferma lì e decide di soffermarsi sul valore politico del suo gemello-coltello, che sta rapidamente scendendo le scale dall’onnipotenza verso la cloaca massima, e viene freddato da una risposta degna del genio che non ha fatto la prima elementare ma la primina: “Alessandro Di Battista è il D’Alema del M5S”.
Non si capisce bene, perché messa giù così è un po’ ambigua, se Di Maio si riferisce al vecchiume D’Alema o sta dicendo che Di Battista è quello che glielo metterà dove non batte il sole come D’Alema ha fatto Con Renzi, ma non ci aspettiamo di avere una spiegazione. perché si vive di panza.
Al Che Guevara de Noantri dev’essere venuto un coccolone, mentre l’Edison di Pomigliana deve essersi sentito vincitore perché la poltrona non deve più togliergliela nessuno. Ed è diventato, il buon Di Maio, così gentile con Salvini da far venire il dubbio che non potendo più candidarsi nel M5S stia puntando ad un repentino passaggio alla Lega nel caso di elezioni anticipate – ed improvvide.
E scoccia un po’, tocca chiosare, scrivere che se il riferimento di Di Maio a D’Alema fosse passato sull’utilità politica di quest’ultimo, e su quella di Di Battista, toccherebbe pure dargli ragione…
(18 giugno 2019)
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