di Filomena Filippetti #Sport twitter@gaiaitaliacom #GoldenGala
Golden Gala di Roma. Quarantaduemila persone allo stadio Olimpico di Roma che applaudono gli atleti, applausi che diventano boato quando appare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che viene accolto da uno scrosciare di applausi con Mattarell che stringe le mani alle autorità sportive in tribuna.
C’è anche Giorgetti, per questo non l’abbiamo chiamato parterre de roi, poi era una tribuna e non un parterre. Così mentre osserviamo quest’uomo che è il presidente del nostro paese la cui faccia trasuda determinazione, rigore, caparbietà e profondità di giudizio, ascoltavamo l’Inno di Mameli che salutava il presidente Mattarella.
Tutti, Mattarella in testa con un intero stadio al seguito, hanno cantato l’Inno. L’unico a starsene zitto, in diretta tivù e mentre se ne stava ritto come uno stoccafisso e a bocca cucita era lui, il sottosegretario leghista alla presidenza del consiglio con delega allo Sport: Giorgetti. Uno che prende lo stipendio da tutti gli italiani e che dovrebbe rappresentarli tutti e non canta nemmeno il suo inno nazionale.
Capito? L’ho notato oggi, seguendo la replica di Rai Sport. Durante la diretta di giovedì 7 non me n’ero nemmeno accorta.
(8 giugno 2019)
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