di Giovanna Di Rosa #Politica twitter@gaiaitaliacom #Politica
Mentre lasciamo le analisi serie a quelli seri, quelli che si sono già posizionati perché non si sa mai, quelli del non si sa mai per l’appunto, mentre prendiamo atto che c’è almeno un 18% di elettori che vota a seconda di ciò che grida più forte e che non si riconosce più in nessun progetto – segno evidente che quel 18% si affida al vento ed un progetto di vita non ce l’ha ma se l’aspetta da qualcun altro – c’è una buona notizia.
La buona notizia è la morte politica di Luigi Di Maio, questo capetto ridicolo e presuntuoso che non sapeva nulla di ciò che diceva ed in quattordici mesi è riuscito a perdere 6milioni e 200mila voti. Nemmeno il Renzi della prosopopea contagiosa aveva potuto tanto. Un patrimonio di elettori che lo hanno salutato non per antipatia, ma perché questo presuntuoso dalle parole sconsiderate che nulla ha mai combinato e nulla combinerà mai, che è ignorante tanto di ciò che dice che di quel che fa, cioè che non fa, si è riempito la bocca di tutte le promesse possibili prendendo in giro i più bisognosi. La gente del sud che guarda allo stato come a San Gennaro aspettandosi il miracolo e che guardavano a lui per quella misura ridicola chiamata reddito di cittadinanza che doveva essere dato a tutti e non è stata data a nessuno: e lui, imprudente, prometteva miliardi come se fossero suoi. Prima per Roma, poi per la Famiglia, e prima per l’Ilva e 780 euro di reddito di cittadinanza per tutti e avrebbe anche promesso la luna se non ci fossero nel suo movimento demenziale deputati che non credono nemmeno allo sbarco sulla Luna. Lui, incompetente, andava in tutte le trasmissioni televisive con l’aria di chi era in possesso di ogni conoscenza relativa allo scibile umano. E ai destini degli umili.
Un inesperto alchimista eletto per circostanze che col valore e la politica non hanno nulla a che vedere, ma che tanto hanno a che vedere con le paure e le incertezze che lui, insieme a Grillo, è stato abile a cavalcare. Ora raccoglie ciò che ha seminato. Il nulla. Non che Salvini possa stare allegro: il paese di cui è plenipotenziario ha un debito pubblico di oltre 2.500miliardi di euro (fate i conti in lire, sovranisti) e la mannaia dell’IVA al 25% tra pochi mesi sulla testa…
(27 maggio 2019)
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