di Daniele Santi #Lopinione twitter@GaiaitaliaRoma #Politica
Le ultime niente affatto inaspettate vicende legate allo strettissimo rapporto tra politica e corruzione che regna nel nostro paese – dove non esiste solo il caso Siri, ma esiste l’abuso d’ufficio di Fontana, esiste la Lega dei 49 milioni rubati allo Stato e da restituire in 79 anni, esistono gli esponenti del M5S arrestati, esistono i soliti corrotti di Forza Italia, esistono le mele marce in Fratelli d’Italia, esistono i corrotti nel PD, insomma uno schifo da non credere – rendono noto che gli Italiani sono ormai così abituati a questo schifo da non reagire nemmeno più.
Risatine, alcuni “Che schifo” detti sottovoce, e le solite condanne da bar al corrotto di turno fanno da contorno ad un atteggiamento che non condanna la corruzione in sé, ma mira a considerare il partito che si è votato migliore degli altri, fino al prossimo arresto.
Così ci si indigna per sentirsi migliori degli altri, pensando di sé che “se ci fossi io metterei a posto le cose” salvo evitare di considerare che molti di coloro che negli ultimi trent’anni si sono fatti eleggere da ingenui creduloni che si sentono premi nobel, vaneggiavano di “se fossi io metterei a posto le cose” salvo poi non riuscire, o non volere, mettere fine alla corruzione. Più o meno a nessun livello.
E del resto cosa può meritarsi, cosa può costruire, un popolo che grida alla corruzione altrui ma non paga le tasse, assume e paga in nero, sfrutta i più deboli, è prono ai potenti, salda le fatture quando gli pare, invita i delinquenti in televisione, celebra i corrotti e i delinquenti come innocenti perché è accecato dal razzismo e dall’odio? Non vorrete anche che dica basta sul serio alla corruzione, no?
(8 maggio 2019)
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